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Perfect days (2023), la recensione del film giapponese di Wim Wenders: istruzioni per un’abitudinaria armoni

20/01/2024 20:00

Matilde Migliosi

Recensione Film, Film Commedia, Film Giappone, Wim Wenders, Kōji Yakusho,

Perfect days (2023), la recensione del film giapponese di Wim Wenders: istruzioni per un’abitudinaria armonia

Un malinconico ed essenziale libretto di istruzioni su come affrontare la vita

Wim Wenders torna in Giappone per il cinema di finzione, con la sicurezza di chi già sa che il suo film in uscita sarà un capolavoro. Non sappiamo esattamente quale viaggio interiore abbia affrontato il regista tedesco, ma il risultato è un malinconico ed essenziale libretto di istruzioni su come affrontare la vita. Molto più immediato di quello dei mobili di Ikea.

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Hirayama è un addetto alla pulizia dei bagni pubblici di Tokyo che lavora con rigore e precisione. 

È un uomo solitario e taciturno che sa esprimersi attraverso la poetica delle piccole cose: le cassette rock anni '70 raccolte minuziosamente (una playlist fantastica che rende Perfect Days un comfort movie per tutti gli amanti del genere), l’Olympus analogica con cui fotografa gli alberi, le piantine di acero travasate con cura per offrire loro la possibilità di sopravvivere. I suoi giorni sono scanditi dalle ombre delle fronde che si stagliano sui muri, e le notti da sogni in bianco e nero che non vogliono abbandonare quelle stesse immagini fotografiche.

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Intorno a lui vorticano personaggi che, chi più chi meno, sono immersi nella frenetica vita della metropoli capitalistica dove «se non hai soldi non puoi neanche amare». Alcuni riescono a riconoscere la luce che anima i gesti del protagonista, altri no, ma rimangono comunque segnati dall’incontro.

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Tra l’ansia che sconvolge l’adolescenza e la paura della malattia e della morte, le azioni della narrazione sono minime ma di sotterranea potenza e riescono a deviare la routine che fa avanzare le giornate di Hirayama e l’intero film. 

 

Sono alti e bassi che rendono il quotidiano un’onda gentile, in netto contrasto con la tendenza contemporanea delle rappresentazioni, mirate all’eccesso e all’esagerazione. Il personaggio di Kōji Yakusho ci insegna come trovare poesia in ogni cosa, persino nella metropoli che, attraverso un’osservazione quasi documentaristica, diventa teatro e contenitore di libri in formato tascabile e di fine settimana in bicicletta. 

 

Questo è uno dei principali motivi del successo di botteghino che sta riscontrando il film anche nel nostro Paese, è grazie alla lentezza e alla scoperta costante di una vita prevedibile che conosciamo fin troppo bene, ma di cui ignoriamo spesso la bellezza intrinseca.

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L’ultimo film di Wenders, però, è tutto il contrario di un’opera di finzione. È il ritratto fedele di una nazione, dei bagni publici di Tokyo tra tecnologia e design, e del regista stesso. Hirayama e Wim guardano il passato e il presente con gli stessi occhi sereni e regalano un’opera intima e assolutamente umana. 

 

Wenders ci conduce per mano fuori dalla caverna di Platone, aprendoci le porte alla felicità della normalità. 

 

Non si limita a questo. Inedite ed emozionanti sono anche la precisione e la passione con cui ci si prende cura di qualcosa che appartiene alla comunità, dipingendo quasi un’ottimistica crociata.

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L’unione vincente di Wim Wenders e Kōji Yakusho ha saputo superare qualsiasi barriera linguistica, ed è tale anche grazie alla straordinaria bravura dell’attore, premiata con la palma come miglior attore a Cannes. Il film sembra quasi cucitogli addosso, come la divisa blu che indossa tutti i giorni, mentre gira per la città a bordo del suo van con lo sguardo e l’obiettivo della macchina da presa che si perdono tra le strade come in un road movie. 

 

Tanta mitezza esplode nell’ultima scena, un potente sunto che ripercorre l’intero film sul volto del protagonista che, nella sua solitudine, ha assorbito come una spugna tutta la vita che lo circonda, gesti, persone e natura, niente escluso.

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Antoine de Saint-Exupéry scriveva che  «non si vede bene che col cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi», e Wim Wenders ha voluto aggiungere: guardate l’armonia che ci circonda attraverso la mia cinepresa.


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Genere: drammatico

Titolo originale: Perfect Days

Paese, anno: Germania/Giappone, 2023

Regia: Wim Wenders

Sceneggiatura: Takuma Takasaki, Wim Wenders

Fotografia: Franz Lustig

Montaggio: Toni Froschhammer

Interpreti: Aoi Yamada, Arisa Nakano, Kōji Yakusho, Min Tanaka, Sayuri Ishikawa, Tokio Emoto, Tomokazu Miura

Produzione: Master Mind Ltd., Spoon Inc., Wenders Images GBR

Distribuzione: Lucky Red

Durata: 123'

Data di uscita: 04/01/2024

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