Hanna Schmitz – Kate Winslet - è una donna misteriosa, molto restia a lasciarsi andare alle emozioni e ai sentimentalismi. Una mattina incontra Michael Berg – David Kross - un ragazzo dall’aria diafana e ingenua. Qualcosa scatta in entrambi e galeotta la femminilità e la bellezza dell’intraprendente Hanna, Michael scoprirà la sua fino ad allora inesplorata sessualità. L’amore – inaspettato e selvaggio - sconvolgerà le loro vite per sempre. Hollywood ha sempre apprezzato gli stravolgimenti fisiognomici delle sue attrici, premiandole di buon grado (negli ultimi anni la Kidman in The Hours, o Charlize Theron in Monster). I più non saranno rimasti sorpresi, quindi, se l'eccellente interpretazione di Kate Winslet per The Reader ha portato l'attrice ad abbracciare l'ambita statuetta. Il suo personaggio lavora nelle ferrovie, e nel lavoro, come nella vita privata, è una donna inflessibile ed integerrima. Il suo mondo razionale crolla quando incontra Michael, un ragazzo timido, dall’aria innocente e delicata. L’attrazione è inevitabile e la passione accende i loro corpi e offusca le loro menti. Inizia l’estate più calda per Michael ed Hanna, tra pomeriggi infuocati, tenere gite in bicicletta, incomprensioni e letture riappacificatrici. Michael ha la passione per i libri ed Hanna, grazie al suo giovane amante, si avvicina ai classici della letteratura mondiale: Anton Checov, Omero, David Herbert Lawrence e molti altri. La parola apre ad entrambi i diversi, ma complementari, mondi della voce e dell’ascolto. La condivisione mistica di un’intimità rubata al testo, diventa la comunione di due anime, oltre che l’incontro di due corpi. Hanna e Michael imparano ad amare, insegnano l’uno all’altra ad amarsi, ciascuno a suo modo. Hanna incarna la sensualità femminea, espressa in forme tonde, sinuose, invitanti e pericolose. E’ pura carnalità ed istinto. Michael rappresenta, invece, l’amore razionale, più vicino al mondo dell’arte e del romanzo. Egli è la mente che governa le pulsioni. Ma le due opposte sensibilità arriveranno a raggiungere una tale compenetrazione reciproca, da valicare i confini predefiniti dell’”io” e del “tu”, trasformandosi infine, nel muto silenzio delle parole in un sussurrato e flebile “noi”. L’incanto vissuto insieme ben presto svanisce, Hanna deve andar via e Michael si ritrova solo, circondato da un mondo estraneo e sconosciuto. Si chiude in un universo impenetrabile fatto di silenzi e misteri e si concentra sullo studio e la carriera: diventerà un avvocato. Durante un laboratorio universitario assiste per la prima volta ad un vero processo. In aula vi sono alcune donne, ex sorveglianti delle SS, ritenute responsabili dell’omicidio di trecento prigioniere durante la seconda guerra mondiale. Tra queste scorge Hanna. Il passato torna ad investirlo con una carica emotiva disarmante, ne rimane sconvolto: chi è veramente Hanna Schmitz? Nel chiuso di un asettico tribunale scopre il suo segreto, fino ad allora custodito gelosamente. Hanna rischia il carcere a vita, accusata di aver redatto un rapporto, che la incrimina di omicidio colposo e volontario. Lui è l’unico a poterla salvare, sa con certezza che non può essere stata lei, invece, decide di non parlare. Vuole dismettere ciò che è stato e fingere di andare avanti, ma i sensi di colpa, la vergogna per se stesso, per ciò che avrebbe potuto fare e non ha fatto, lo ricondurranno, solo alla fine, da quella donna tanto amata, per poter comunicare con lei nell’unico modo possibile e mai dimenticato. Il film di Stephen Daldry è l’adattamento al romanzo di Bernhard Schlink A voce alta. La parola diviene espressione di libertà e di schiavitù al tempo stesso. Mette le ali all’amore e le catene al cuore. La parola salvifica aiuterà una donna senza futuro ad accettare il suo passato, e aiuterà un uomo - il Michael adulto, interpretato da Ralph Finnes - a ricostruire il suo futuro sulla base di un passato, indimenticabile.