Lou (Jake Gyllenhall) è un uomo alla costante ricerca di un lavoro e di un modo per fare soldi e uscire da una vita miserabile. Arricchisce sè stesso con volute semantiche, statistiche rubate da internet e frasi a effetto che mirano a mettere in mostra i suoi lati migliori. Una notte, imbattendosi per caso in un brutto incidente stradale, Lou scopre un mondo a lui del tutto oscuro: un reporter sta riprendendo la scena per poi vendere il girato al miglior offerente. Di colpo, Lou sente di aver trovato una nuova occupazione con cui tentare il successo. Comincia così a frequentare le scene dei crimini – grazie all’aiuto di radio sintonizzate sulle frequenze della polizia – e a riprendere morte, abusi e distruzione, fissando con il suo obiettivo immagini che la responsabile di un network cittadino (Rene Russo) manda in apertura di telegiornale. Ben presto, però, Lou cerca di fare un passo avanti: da semplice spettatore si trasforma in complice e, in qualche modo, burattinaio, di modo che le sue riprese siano quelle migliori in circolazione. Sempre. Presentato in concorso alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, nella neonata sezione Genere, Lo Sciacallo - Nightcrawler è un thriller intenso dal ritmo sempre incalzante, che impedisce allo spettatore di distogliere lo sguardo da una vicenda eticamente nauseabonda. Diretto da Dan Gilroy - fratello di quel Tony con cui aveva scritto The Bourne Legacy - Lo Sciacallo - Nightcrawler è un film ben strutturato, cupo e buio, sorretto da una sceneggiatura estremamente efficace che si poggia su dialoghi spesso agghiaccianti. Eppure, sotto questa struttura mainstream, la pellicola non rinuncia a sollevare tematiche tutt’altro che scontate. Nei sottotesti contenutistici domina l’idea della tanto chiacchierata prostituzione del dolore: l’essere umano viene svestito delle sue connotazioni morali, viene privato dei suoi diritti e reificato in merce di scambio. Sangue, dolore, paura... tutto viene mostrato e montato da giornalisti di punta che riempiono i telegiornali di parole che spingono all’odio, all’intolleranza e a un continuo stato di terrore. In questo senso, allora, viene da domandarsi se il vero sciacallo sia Lou, i giornalisti che richiedono tale materiale o gli spettatori morbosi. Lo Sciacallo - Nightcrawler è soprattutto una pellicola in cui prevale la grandiosa interpretazione offerta da Jake Gyllenhaal, che raggiunge qui apici quasi inaspettati. Dopo aver perso dieci chili, per poter meglio entrare nei panni di Lou, l’attore ha fatto un lavoro incredibile sia sulla mimica facciale sia sul tono della sua voce, modulando un suono quasi stridulo, notturno e inquietante. Lou, infatti, è un personaggio ripugnante, fastidioso da guardare. Una vera e propria creatura della notte, simile a un gufo che si nasconde nelle pieghe dell’oscurità con grandi occhi spalancati, capaci di vedere ogni cosa. Il protagonista rimane appollaiato ai limiti di esistenze sconosciute, in attesa che qualcosa di male accada affinchè - con l’aiuto di un obiettivo sempre più professionale - riesca a scorgere quello che il pubblico vuole sentirsi raccontare. Sulle spalle di questo grande interprete si poggia la responsabilità della riuscita del film: era necessario creare per Lou una maschera glaciale dal sorriso gentile, che spaventasse e disgustasse, nonostante i suoi modi educati. Jake Gyllenhall riesce senza apparente sforzo in questa missione, rendendo Lo Sciacallo - Nightcrawler un film assolutamente da vedere.