Anna è una ragazzina di dodici anni, timida e introversa, che abita a Sapporo con la madre adottiva Yoriko a cui non si sente legata. Anna soffre di continui attacchi d'asma, così Yoriko decide di mandarla dagli zii nella loro casa di campagna per farle respirare aria sana. Arrivata sul luogo, Anna si sente spaesata e sola fino a che un giorno, avventurandosi in una vecchia villa, incontra Marnie, una misteriosa ragazza dai capelli biondi. Uscito nelle sale giapponesi a luglio 2014, il film diretto da Hiromasa Yonebayashi, storico animatore Ghibli e già regista di Arietty – Il mondo segreto sotto il pavimento, è tratto dal romanzo omonimo di Joan G. Robertson. Nonostante la singolare storia produttiva e la consapevolezza di trovarsi di fronte all'ultima produzione supervisionata da Hayao Miyazaki - in uno studio storico per il cinema d'animazione degli ultimi trent'anni - in Quando c'era Marnie non domina il senso di fine nè la tristezza; piuttosto viene restituita l'atmosfera di una storia dolce che fa della delicatezza la sua forza più grande. Quando c'era Marnie è un'opera piccola e semplice rispetto ai suoi predecessori: a partire dal tratto del disegno animato, sempre curato nel dettaglio ma essenziale. Il film di Yonebayashi, per intenti e ambizioni, non può avere lo slancio poetico e onirico delle immagini di Miyazaki o l'originalità di Takahata nè tanto meno la loro complessità narrativa. Yonebayashi, essendo molto più giovane rispetto ai due maestri citati, ha un approccio diverso alle storie e sceglie un tono dimesso e trame che abbracciano tematiche e tonalità vicine al pubblico più in erba. Ma in Quando c'era Marnie la candida ingenuità che lo attraversa non è mai un problema: fatte le giuste misure, la leggerezza poetica dello sguardo rimane intatta. Si assiste così a un film melò e dalla forte umanità, che non dimentica di inserire la magia del racconto e che - soprattutto - invita chi guarda a far sua quella purezza emotiva che è prerogativa dell'opera. É un film sul sentimento, Quando c'era Marnie, docile quanto potente. Un minimale racconto d'amicizia e amore che evita gli orpelli e punta dritto al cuore della relazione che intercorre tra le due protagoniste, con piena emozione e annullando qualunque falsità retorica. Si potrebbe dire che si tratti di una pellicola anche fin troppo disarmata, innocente, ma ogni lavoro Ghibli nasconde un elemento favolistico che narra più di quanto si veda. Nel caso specifico (oltre alla svolta principe del film, che non va svelata), Quando c'era Marnie riesce a parlare della difficoltà degli affetti e dei destini incrociati che le vite passate e future portano con sé. Ma oltre alle tematiche che si possono sviscerare, resta un film che comunica amore per personaggi e storia con il massimo della tenerezza e semplicità.