In un'epoca di blockbusters sovraffollati e intrecciati, Guardiani della Galassia è apparso, fin dal primo episodio, come un prodotto emozionante e ben fatto: un'opera spaziale e rock ‘n' roll, spettacolare ma agile, senza strappi narrativi o sequenze fuori luogo. Con un gioco selvaggiamente caustico per definire e caratterizzare l’immancabile equipaggio, ed evidenti rimandi all’originale Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza del 1977. Come la maggior parte dei sequel, anche questo secondo capitolo costruisce un’avventura più grande che mai: più stelle ospiti, più azione, più esplosioni. Ed è in realtà un piccolo problema. Non è che questo episodio – chiamato con denominazione fumettistica, ma anche discografica Vol. 2 – non sia divertente. Ma funziona meglio in termini di spettacolo che di umorismo e punta più ad abbagliare che a sperimentare con coraggio nuove soluzioni. Se l'originale nascondeva reali emozioni – ha inaugurato un nuovo tipo di film Marvel – Guardiani della Galassia Vol. 2 è piacevole ma, nella fretta di arrivare alla prossima scena di grandi effetti, perde dettagli rispetto al primo film.
L’incipit della trama dichiara tempestivamente il tema: la famiglia. I Guardiani hanno formato il loro clan nel primo episodio. Ora, esplorano i legami più vecchi: Peter (Chris Pratt) ha problemi seri con il suo, a lungo assente, padre extraterrestre; Gamora (Zoe Saldana) e la sorella Nebulosa (Karen Gillan) continuano a cercare di uccidersi; il pirata Yondu (Michael Rooker) rinegozia il proprio rapporto con il suo equipaggio e con lo stesso Peter. L'enfasi è soddisfacente, ma il dramma è un po’ forzato e richiede tre personaggi diversi per offrire delle vere e proprie sorprese da “terzo atto” e rivelare motivazioni nascoste. La componente intimista è fin troppo didascalica e buonista, a tratti addirittura zuccherosa - potremmo effettivamente dire “disneyana” -, però gli archi narrativi sono ben sviluppati e raggiungono degli apici emotivi davvero potenti e coinvolgenti, esaltati dai brani della colonna sonora.
Guardiani della Galassia è, nel bene e nel male, uno dei franchise portabandiera dell’attuale ondata che guarda agli anni ’80; un espediente piuttosto facile per catturare il pubblico dei nostalgici. Ma l’operazione di James Gunn è anche onesta e di buon gusto: non solo nelle scelte musicali, ma in tutte le citazioni della cultura popolare dell’epoca, dai videogiochi - si veda il sistema di guida della flotta Sovereign - alle serie tv, con un breve cameo a sorpresa e autoironico. Guardiani della Galassia Vol. 2 è una nuova avventura, che non approfondisce nulla del precedente capitolo ma offre una dose più complessa di divertimento: scena per scena, dialogo per dialogo, è un follow-up stravagante e spiritoso, realizzato con lo stesso amichevole virtuosismo del primo episodio. In fondo, siamo tutti un po’ Groot!