Nel 1990 Pretty Woman raccontava la Cenerentola moderna, con una giovanissima e incantevole Julia Roberts nei panni di una adorabile prostituta che fa innamorare perdutamente l’affascinante uomo d’affari interpretato da Richard Gere. Per quanto resti uno dei film più amati dal pubblico dei romantici, tra ingenuità e stereotipi, Pretty Woman è - a tutti gli effetti - un film di inizio anni Novanta.
Notting Hill, invece, è un film di cui ancora oggi si parla e si discute: il primo e, forse, ultimo Cenerentolo contemporaneo.
Cenerentola è uno degli archetipi del cinema. Eppure mai, fino a Notting Hill, si era pensato di raccontare la favola a parti inverse. Una cosa più facile a dirsi che a farsi: perché, fatta eccezione per alcune pellicole rivoluzionarie (Susanna, Howard Hawks, 1938; A qualcuno piace caldo, 1959), la commedia romantica è, tra tutti i generi, quella che fatica di più a liberarsi degli stereotipi.
William Thacker (Hugh Grant) dirige una piccola libreria di viaggi a Londra. L’incontro/scontro con quella che Will crede sia solo una bella ragazza americana sarà l’inizio di una favola: lei è Anna Scott (Julia Roberts), l’attrice del momento, e il suo volto domina le copertine di tutti i giornali.
Che possibilità ci sono che una star di Hollywood e un timido libraio inglese si incontrino, si innamorino e che la loro storia funzioni?
Nato dal sodalizio tra Richard Curtis (sceneggiatore) e Duncan Kenworthy (produttore), già artefici del successo di Quattro matrimoni e un funerale, nel 1999 Notting Hill ribalta quello che forse è il più granitico stereotipo romantico.
Chi lo ha detto che Cenerentola non può essere un uomo? Magari un romantico, timido libraio di Londra, che vive dietro a una porta colorata. E allora basta sostituire i topolini con un gruppo di strampalati amici e il principe con una bellissima diva di Hollywood (alla fine degli anni ’90 poteva ancora essere credibile) ed ecco fatta una piccola rivoluzione.
La trama di Notting Hill, a vedere bene, è sempre la solita storia: lui e lei si incontrano, si piacciono, ma non possono/vogliono stare insieme, finchè l’immancabile corsa finale li ricongiunge. Ma, partendo proprio dal più tradizionale degli impianti romantici, la scrittura si diverte a giocare con i luoghi comuni (uomo vs donna, letteratura vs cinema, americani vs inglesi), ribaltandoli e ironizzandoci sopra.
Richard Curtis ci regala indimenticabili sequenze comiche (l’intervista di Will ad Anna per Cavalli e Segugi, la filosofia “fruttariana”) e dialoghi sentimentali diventati un cult (la conferenza stampa finale). Il risultato è un incontro perfetto tra i tempi del cinema comico (inglese) e di quello romantico (statunitense).
Oltre ai due protagonisti, impeccabili, ci si innamora dei comprimari - tutti meravigliosi - come lo Spike di Rhys Ifans o il cammeo di Alec Baldwin. Alla regia, Roger Michell non sarà più in forma come qui: la Londra in cui vive William, festosa ed elegante, tra mercati rionali e giardini segreti, esisterà per sempre grazie a questo film, così come in Harry ti presento Sally e C’è posta per te Norah Ephron ha re-inventato New York.
Notting Hill è il film protagonista del 15esimo episodio di Le Parti Noiose Tagliate, il podcast di Silenzioinsala.com che racconta storie di cinema. Per ascoltarlo clicca qui sotto, oppure cerca LPNT sulle principali piattaforme (incluso Spotify).
Genere: commedia
Paese, anno: Regno Unito/USA, 1999
Regia: Roger Michell
Sceneggiatura: Richard Curtis
Fotografia: Michael Coulter
Montaggio: Nick Moore
Interpreti: Hugh Grant, Julia Roberts, Rhys Ifans, Hugh Bonneville, Emma Chambers, Alec Baldwin, Matthew Modine, Gina McKee, James Dreyfuss, Tim McInnerny
Musiche: Trevor Jones
Produzione: Duncan Kenworhhy, Working Title Films
Distribuzione: Universal Pictures Italy
Durata: 124 min