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L'Angelo del Male - Brightburn

21/05/2019 10:00

Marco Filipazzi

Recensione Film,

L'Angelo del Male - Brightburn

E se Kal-El fosse qui per distruggerci anziché salvarci?

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C'è tutta una parte della vita di Clark Kent e del suo percorso per diventare {a href='https://www.silenzioinsala.com/2237/superman/scheda-film'}Superman{/a} molto interessante, ma che nelle trasposizioni cinematografiche viene spesso affrontata frettolosamente, se non trascurata del tutto. È l'adolescenza: quel delicato passaggio tra l'infanzia e l'età adulta, nella quale il nostro corpo cambia e quello del kryptoniano inizia a manifestare i suoi poteri. Il diventare grandi è un periodo cruciale per chiunque, figuriamoci per un ragazzo che scopre di essere una creature aliena pressoché invulnerabile. Un delirio d'onnipotenza sarebbe il minimo da aspettarsi. Ebbene, L'Angelo del Male - Brightburn focalizza la propria attenzione su questa presa di coscienza, ponendosi la stessa domanda di Bruce Wayne in {a href='https://www.silenzioinsala.com/3497/batman-v-superman-dawn-of-justice/scheda-film'}Batman v Superman: Dawn of Justice{/a}: e se Kal-El fosse qui per distruggerci anziché salvarci? Un'idea tanto semplice quanto originale.


I Kent... ehm i Breyer sono una coppia di agricoltori di Brightburn (probabilmente vicino a Smallville) in Kansas. Una notte, nei pressi della loro fattoria precipita un'astronave al cui interno vi è un bambino, che accolgono e crescono come se fosse figlio loro. Sono una famiglia idilliaca, eppure il figlio Brandon (Brandon Breyer, dalle iniziali uguali come nella miglior traduzione supereroistica) inizia a manifestare atteggiamenti sempre più inquietanti.


Prima di farsi conoscere dal pubblico mainstream con il dittico dei Guardiani della Galassia, James Gunn si è esercitato in una serie di b-movie (il bellissimo Slither, che sembra pescato direttamente dai beceri anni ’80) e violenza in varie declinazioni (non ultimo l’incattivito cinecomics {a href='https://www.silenzioinsala.com/1486/super/scheda-film'}Super{/a}). Lui è "il nome grosso" dell’intera operazione, necessario per raccogliere un po’ di curiosità attorno a un prodotto scritto da suo fratello Brian in collaborazione con il cugino Mark. E poi, oggettivamente, chi meglio di James Gunn poteva fare da padrino a una versione malvagia dell'Uomo d'Acciaio?


L’idea è indubbiamente interessante, ma è anche il più grosso limite del film: l’intero marketing è stato incentrato su questo concetto e quindi si entra in sala ben consapevoli di ciò che accadrà. 90 minuti spaccati (durata pressoché perfetta) di mix ben equilibrato tra cinecomics e horror. Il problema è però proprio questo: oltre alla parabola discendente di Brandon Breyer c’è poco altro; tutto scorre su binari che lo spettatore conosce alla perfezione dopo essersi sorbito un ventennio di fumetti al cinema. Non c’è nessun colpo di scena degno di nota o una qualsiasi trovata narrativa che facciano innalzare il giudizio del film. 7 anni fa il simile Chronicle colmava questo gap sfruttando in maniera intelligente la dilagante tecnica del mokumentary: L'Angelo del Male - Brightburn non ha nemmeno questo. Tolto il giochino di collezionare citazioni della mitologia di {a href='https://www.silenzioinsala.com/2237/superman/scheda-film'}Superman{/a}, rimane davvero poco. Il modo più efficace di gustarsi il film rimane quello di approcciarlo come se fosse un b-movie di qualche decennio fa, che scorre placido e piacevole per gli amanti del genere, ma che non lascerà alcun segno dietro di sé.


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