La costante sensazione di guardare dallo spioncino di una serratura, al pari dell’occhio indiscreto che si frappone tra luci ed ombre del nostro Paese. È questa, forse, la suggestione coltivata da Gabriele Muccino ne Gli Anni più Belli, film che sancisce il suo ritorno in sala due anni dopo l’esperienza di A casa tutti bene.
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Come il precedente, anche Gli Anni più Belli è un’opera corale dal sapore dolce-amaro. Si rifà ai grandi classici della commedia all’italiana, ripescando quel meccanismo ciclico e circolare utile per raccontare e riassumere, per quel che è possibile, quarant’anni di vita dei protagonisti. Muccino, in questo film, scruta sensazioni ed emozioni attraverso i sentimenti più vari: nell’opera precedente veniva presa in esame la famiglia, in quanto nucleo e ricettacolo di continue contraddizioni; stavolta si pone l’accento sull’amicizia, rappresentata quasi sempre da persone che si sono scelte inconsapevolmente e vicendevolmente.

Gli Anni più Belli indugia sulle scelte e sull’evoluzione dei tre protagonisti: Giulio Ristuccia, Paolo Incoronato e Riccardo Morozzi attraverso amori, rimorsi, conseguenze e rimpianti di vite cresciute con l’illusione reiterata del cambiamento. È proprio un'idea di ciclicità quella che emerge nel girato mucciniano, il racconto di generazioni che vivono i propri giorni inseguendo una speranza presto tramutata in utopia.
Il cast è composto da grandi nomi: Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Nicoletta Romanoff, Francesco Acquaroli e molti altri. Una sorpresa è l'esordio al cinema di Emma Marrone: la cantante ha sorpreso tutti per la sua genuinità e per la performance più che soddisfacente. Peccato che, malgrado il gruppo folto e rodato, il film non decolli come dovrebbe. Gli Anni più Belli è una commedia romantica che non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quello che Muccino ha mostrato nella sua carriera. Si ha sempre la netta impressione d’esser dinnanzi a qualcosa di scontato e prevedibile, persino nei meccanismi fra gli interpreti: asfittici e senza alcun tipo di pathos. Il film è un ritratto agrodolce dell’Italia, che si ispira al cinema del passato (Scola e Fellini tra i modelli), servendosi di maschere che ricalcano differenti approcci alla vita e al cambiamento; ma finisce per scadere nella banalità dopo appena mezz’ora di proiezione, quella che basta per comprendere a pieno l’intreccio fra i protagonisti.

È necessario, se c’è la volontà effettiva di compiere un salto di qualità nella commedia all’italiana, plasmare l’approccio ai sentimenti in maniera più contemporanea. Altrimenti siamo – e saremo sempre – al cospetto di una "cartolina ingiallita" che nulla dà e nulla toglie a quanto di buono già fatto in passato. Restano da scovare nuove prospettive, nella commedia ma anche nel racconto dei sentimenti. Muccino, con Gli Anni più Belli, ci è riuscito parzialmente.

Genere: drammatico, commedia
Titolo originale: Gli anni più belli
Paese/Anno: Italia, 2020
Regia:Â Gabriele Muccino
Sceneggiatura: Gabriele Muccino, Paolo Costella
Fotografia:Â Eloi Moli
Montaggio:Â Claudio Di Mauro
Interpreti: Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Emma Marrone, Fabrizio Nardi, Francesco Acquaroli, Francesco Centorame, Mariano Rigillo, Matteo De Buono, Micaela Ramazzotti, Nicoletta Romanoff, Paola Sotgiu
Colonna sonora:Â Nicola Piovani
Produzione: 3 Marys Entertainment, Lotus Production, Rai Cinema
Distribuzione:Â 01 Distribution
Durata:Â 129'
Data di uscita:Â 13/02/2020