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Il truffacuori

06/02/2011 11:00

Tania Marrazzo

Recensione Film,

Il truffacuori

Alex Lippi (Romain Duris) fa di professione il sabotatore di coppie tramite una “società” familiare messa su insieme alla sorella Mélanie (Julie Ferrier) e a su

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Alex Lippi (Romain Duris) fa di professione il sabotatore di coppie tramite una “società” familiare messa su insieme alla sorella Mélanie (Julie Ferrier) e a suo marito Marc (François Damiens). Se in un rapporto la donna è infelice perché il suo fidanzato, marito o compagno è un bastardo, la tradisce o semplicemente non la ama non bisogna far altro che chiamare Alex che, in qualche settimana e in cambio di una lauta ricompensa, aprirà subito gli occhi alla sfortunata di turno grazie al suo irresistibile fascino e all’aiuto dei suoi collaboratori. Con un lavoro del genere i problemi economici sono però all’ordine del giorno e quando il padre di Juliette (Vanessa Paradis), una ricca ereditiera, gli propone di indurre la figlia a lasciare quello che fra dieci giorni diventerà suo marito in cambio di una grande somma di denaro, Alex non può fare a meno di accettare. Veste così i panni del bodyguard fingendo di proteggere la misteriosa Juliette, ma in breve rimane intrappolato nel suo stesso piano.


Candidato a cinque premi César Il truffacuori è l’opera prima di Pascal Chaumeil, autore principalmente di prodotti televisivi e con alcune esperienze nel settore cinematografico come assistente alla regia di Luc Besson e Olivier Assayas. Duris, attore prediletto spesso da Cédric Klapisch e visto all’ultimo Festival internazionale del Film di Roma in L'uomo che voleva vivere la sua vita, recita al fianco di un’inedita Vanessa Paradis, che di solito sceglie pellicole più impegnate, dando vita ad un connubio molto efficace. Il fascino seduttivo e ironico di Duris si sposa bene con la fragilità enigmatica della Paradis anche se la performance di quest’ultima risulta leggermente più distaccata rispetto al personaggio di Alex che, spalleggiato da un cast eccellente e da una buona sceneggiatura, è il centro propulsore del film.


Il truffacuori è una commedia romantica delle più classiche ma nonostante la trama non riservi nulla di eccezionalmente originale, lo schema fisso del genere e la strutturazione della vicenda, resa dinamica da una regia ritmata e dialoghi ben costruiti, rendono il tutto godibile. Risulta esemplare a questo proposito la citazione della scena del ballo di Dirty Dancing, film cult preferito da Juliette, che viene allo stesso tempo parodiata e successivamente letteralmente usata con lo stesso intento che aveva in origine, ovvero quello di creare una forte tensione fisica e sentimentale fra Alex e Juliette, che in un qualche modo, anche per questioni sociali, rispecchiano Baby e Johnny. Questa modalità di citazionismo, cioè la ripresa del classico senza banalizzarlo, viene sfruttata anche nella colonna sonora, basti pensare ad esempio al testo del brano Wake Me Up Before You Go Go degli Wham che, anche se è al centro di un momento comico, fa chiaramente riferimento alla condizione della ragazza. Chaumeil dirige una commedia di tutto rispetto e dimostra ancora una volta come la cinematografia francese sia in grado di ritrovare originalità anche nel già detto, di rendere bene, non prendendosi mai troppo sul serio in un genere saturo e serializzato più che mai.


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