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Il Cattivo Poeta (2020), la recensione: Sergio Castellitto è il Vate Gabriele D'Annunzio nel film di Gianluca

19/05/2021 18:05

Emanuela Di Matteo

Recensione Film, Film Biografico, Film Italia, Sergio Castellitto, Film Storico, Gianluca Iodice, Daniele Ciprì,

Il Cattivo Poeta (2020), la recensione: Sergio Castellitto è il Vate Gabriele D'Annunzio nel film di Gianluca Iodice

Gli ultimi anni di vita del poeta Gabriele d'Annunzio e dell'Italia stessa, un istante prima che precipiti nel baratro della guerra.

Il Cattivo Poeta dell'esordiente - al lungometraggio - Gianluca Iodice è un film che coinvolge, convince sotto ogni punto di vista e sa raccontare la Storia. Perfettamente sceneggiato dal regista stesso, ben girato (fotografia di Daniele Ciprì) e interpretato da una schiera di attori misurati e ben diretti, tra i quali spiccano il giovane Francesco Patanè e un intensissimo Sergio Castellitto.

 

Il Cattivo Poeta racconta con efficacia la storia degli ultimi anni di vita del poeta Gabriele d'Annunzio e dell'Italia stessa, un istante prima che precipiti nel baratro della guerra.

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Il regista, alla sua opera prima ma non agli inizi, reduce da corti, documentari e sceneggiature pluripremiati nei circuiti internazionali, ha in mente la Trilogia del Potere di Sokurov - sui tre grandi potenti del Novecento: Hitler, Lenin, Hiroito - nella scelta di una narrazione classica, formale, che sappia rispettare l'epoca di cui parla e ne riproduca fedelmente le atmosfere e le immagini. In questo caso l'Impero di Italia, tra il 1936 e il 1937, viene descritto fin dalle prime inquadrature con colori pesanti, tonalità del giallo, nero e verde che ricordano il tempo passato e l'interno dello stesso Vittoriale. 

 

L'operazione è un viaggio nel tempo: in un tempo che per noi è quello delle fotografie ingiallite e dei documentari di regime; ma che, stranamente, nella sua semplicità, riecheggia il nostro. Cambiano le mode, i mezzi e i colori ma i meccanismi sociali e politici non mutano; così come uguali sono le speranze e le disillusioni, la semplicioneria e l'indifferenza che diventano cattiveria. È con piccoli sassi che si costruiscono i muri.

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Giovanni Comini (Francesco Patanè), il più giovane federale d'Italia, laureato e per bene, modello di ardimento e ingenuità, viene convocato a Roma per una missione delicata: sorvegliare Gabriele D’Annunzio, il Vate, che ha ancora grande seguito In Italia.

Egli è come un dente guasto, afferma il Duce, «andrà ricoperto d'oro, oppure estirpato». D'Annunzio infatti si è ritirato, dopo la controversa impresa di Fiume, a vita privata nel suo immenso mausoleo, circondato da donne, dai suoi fedeli e anche diverse spie; ma ancora scrive, pensa e parla: ormai criticando apertamente il regime. È un intoccabile ma anche un pungolo fastidioso per il Duce.

Comini prende l'incarico con grande serietà, all'inizio sbeffeggiando fascistamente le fissazioni, le smanie sessuali o di grandezza del poeta; poi, scoprendone gli afflati, gli istanti di grazia e anche di dolore, raccogliendone le confidenze. La sua conoscenza dell'animo intristito, ma non domato, del grande artista dalla personalità eccezionale, va di pari passo sia con quella dello spettatore che con la consapevolezza di un paese terrorizzato che lentamente si rivela agli occhi del giovane federale.

La cappa della paura rende il cielo sopra l'Italia chiuso. Il Vate pronostica che l'alleanza con Hitler sarà la rovina di Mussolini e dell'Italia e farà di tutto per poter avvicinare il Duce e parlargli, a costo di evadere dalla sua prigione dorata. Comini oramai ne subisce il fascino e ne condivide le consapevolezze, maturate anche in lui in seguito a vicende personali. Il velo è tolto dai suoi occhi, ma non da quelli del resto del paese.

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Il Cattivo Poeta è suddiviso in capitoli, come un'opera letteraria o cinematografica di quel tempo ed è basato su ricerche storiche fedeli, come si evince dalle scritte finali che raccontano quel che avverrà realmente di ogni personaggio, al di là dell'ultima inquadratura.

 

È un riuscito viaggio nel nostro passato, la descrizione di un sogno che diventa incubo, la disamina spietata di un paese sull'orlo dell'abisso, riconosciuto come tale solo dalla grandezza d'animo di chi, pur nei suoi errori ed eccessi ama ancora, sopra ogni cosa, la bellezza e la vita. Ma è anche la storia della poesia che sempre soccombe alla prosa ed è il trionfo della morte che, in determinati periodi storici, inevitabilmente prevale sulla vita. 


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Paese, Anno: Italia/Francia, 2020

Genere: biografico, storico

Regia: Gianluca Jodice

Sceneggiatura: Gianluca Jodice

Fotografia: Daniele Ciprì

Montaggio: Simona Paggi

Interpreti: Sergio Castellitto, Francesco Patanè, Tommaso Ragno, Fausto Russo Alesi, Massimiliano Rossi, Clotilde Courau, Elena Bucci, Lidiya Liberman, Janina Rudenska, Lino Musella

Musiche: Michele Braga

Produzione: Ascent Film, Bathysphere Productions, Rai Cinema

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 106'

Data di uscita: 20 05 2021

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