Michel Franco torna in concorso al Festival del Cinema di Venezia anche quest’anno e lo fa con un gran film come Sundown, thriller psicologico e vacanziero che non sbaglia una sola delle sue molteplici mosse.
Sulla terrazza di un hotel di lusso una coppia di mezza età prende il sole, con loro i due figli adolescenti.
«Grazie che sei venuto, i ragazzi sono contenti» dice la donna, lasciando subito immaginare una famiglia ricca, una crisi nel loro rapporto, una vacanza per salvare il salvabile. Poi una chiamata annuncia la morte della madre della donna, la vacanza appena cominciata già finita, la corsa in aeroporto per il primo volo per Londra. Un attimo prima dell’imbarco l’uomo dice però di non trovare il passaporto e i tre devono partire da soli.
Michel Franco fornisce tutti gli indizi (già a partire dal titolo, fino alle sequenze con il maiale) ma gioca a smontare progressivamente le apparenze, costringendo lo spettatore a ricominciare ogni volta da capo: chi è davvero Neil Bennett?
Sundown poggia su una sceneggiatura (dello stesso Franco, come il soggetto) che è una vera macchina a orologeria, capace di montare i pezzi della storia con precisione infallibile, ma è una macchina lo stesso Tim Roth, perfetta poker face e figura imprendibile fino alla fine.
Caccia all’uomo che non fugge sulle tracce di Piattaforma di Michel Houellebecq: sesso e violenza ridotti all’osso ed esotismo malinconico, con una Acapulco riposante e minacciosa insieme.
Sundown è un film in grado di tradurre in immagini la sensazione costante che qualcosa stia per finire, simile a quella che esce dalle pagine di Paul Bowles e di E.M. Forster.
E infatti pare di ritrovare anche un po' del James Ivory di Camera con vista o del Bertolucci de Il tè nel deserto, pur essendo lontanissimi in tutto. Non c’è da scommettere su una possibile vittoria, ma tra i film in concorso resta uno dei migliori.
Genere: thriller, drammatico
Paese, Anno: Francia/Messico, 2021
Regia: Michel Franco
Sceneggiatura: Michel Franco
Montaggio: Óscar Figueroa, Michel Franco
Fotografia: Yves Cape
Interpreti: Tim Roth, Charlotte Gainsbourg, Iazua Larios Ruiz, Henry Goodman, Samuel Bottomley, Mónica Del Carmen
Produzione: Luxbox, Teorema
Durata: 83’