Siamo stati al FeST - Il Festival delle Serie Tv, alla Triennale di Milano il 25,26 e 27 settembre. Tra i vari panel uno in particolare ci ha davvero illuminato: Let’s talk about sex baby, come le serie tv raccontano il sesso e il corpo.
Il titolo del panel è una citazione dalla seconda stagione di Sex Education: Let’s talk about sex, baby. Consapevolezza e rappresentazione del sesso nelle serie tv: era questo interessante argomento al centro di uno degli incontri più appassionanti di FeST - Il Festival delle Serie Tv, alla Triennale di Milano il 25,26 e 27 settembre. Presenti alla conversazione Daphne Bohemien, Immanuel Casto, Marina Cuollo e Naomi di Meo.
Let’s talk about sex: le serie tv raccontano il sesso
Anche il timing è interessante, se pensiamo al polverone alzato a partire dai cartelloni pubblicitari della terza stagione di Sex Education, da poco uscita su Netflix. Piazzale Cadorna sino alla Triennale di Milano è tutta colorata di poster che rappresentano fiori, ostriche, cactus, a evocare gli organi genitali femminili e maschili. Una campagna pubblicitaria intelligente, con un bel messaggio di body positivity, che racconta il sesso in modo spiritoso e fa ottimo marketing alla serie di Netflix. Le polemiche dei perbenisti, come immaginate, sono inutili. Ma dovevamo raccontarvela lo stesso.
Gli ospiti del panel Let’s talk about sex, baby sono tra i migliori divulgatori e divulgatrici possibili per questo tema. E anche il mood è quello giusto. Si inizia rompendo il ghiaccio, parlando degli stereotipi più stupidi e divertenti delle serie tv: il sesso con il reggiseno addosso, gli orgasmi in sincrono, il successo della posizione del missionario.
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Avete mai pensato a quanto il sesso rappresentato nelle serie tv e nei film influenzato nella nostra realtà ? Soprattutto durante l'adolescenza, quando non abbiamo il coraggio di chiedere nè abbastanza esperienza per testare cose nuove.
Cosa è rimasto della rivoluzione Sex and the City
Ovviamente, si parla di Sex and the City. La prima serie tv che ha raccontato il punto di vista femminile sul sesso. Anche se a rivederla oggi SaTC ha molte cose che non vanno: è sessista, transfobica e grassofobica: vi ricordate quanto tempo sono andati avanti con la storia della pancia di Samantha?
Ma Samantha Jones è anche uno dei personaggi più interessanti e rivoluzionari della serie. Una donna a cui piace fare sesso. Una donna matura che parla liberamente di sesso, laddove la rappresentazione più comune vedeva le donne non più giovani perdere desiderio e libido. Ma, soprattutto, Samantha è una donna esplicita: dice parolacce e volgarità , impreca con addosso abiti d’alta moda. La sua volgarità diventa politica. Peccato la sua continua competizione con le altre donne.
Ok Sex and the City non è perfetta. Ma nessuno può togliere il fatto che sia stata una pietra miliare per il modo di raccontare in tv il sesso e il rapporto delle donne col sesso.
Con gli anni la situazione fortunatamente si è sbloccata. Oggi abbiamo serie come Fleabag, Big Mouth e Sex Education. Il sesso, prima di queste serie tv, veniva sempre raccontato all'interno di una cornice edulcorata e romantica. Sappiamo invece molto bene che il sesso ha molte altre sfumature. Le serie sopracitate hanno avuto la capacità di mostrare tutti gli aspetti del sesso e di dare rappresentanza a tutti i diversi corpi che lo fanno.
Il sesso e i corpi non conformi
Uno dei grandi tabù (non solo della televisione, ma della società tutta) è il sesso tra persone disabili. Manca ancora il racconto della sessualità del corpo non conforme: fortunatamente, grazie alle piattaforme streaming, gli showrunner hanno oggi maggiore libertà e sempre più voglia di parlare di questi argomenti.Â
La serie con una delle rappresentazioni più complete è sicuramente Special, show Netflix, dove il protagonista è disabile e omosessuale. Ovviamente non è stato facile avere Special sui nostri schermi, a causa di numerosi blocchi di produzione proprio per l’argomento trattato. Un altro aspetto interessante è il racconto del sex work: non viene stigmatizzato, ma vissuto in maniera felice e consapevole.
Se le istituzioni vietano l’educazione sessuale in classe, allora l’arte, il cinema e la tv possono avere un ruolo didattico. Educare alla sessualità è importantissimo e lasciare al buio i giovani, nel momento in cui cominciano a comprendere il proprio corpo, fa solo danni. La consapevolezza è ciò che l’educazione ci insegna, il poter parlare apertamente del nostro corpo è quello di cui abbiamo bisogno.
La rappresentazione trans in tv e al cinema
Uno degli aspetti più interessanti affrontati dal panel Let’s talk about sex, baby è l'assenza o l'errata rappresentazione dei corpi trans sullo schermo. Stereotipi nocivi, come quello big reveal, la grande rivelazione in cui una persona si rivela come trans, di solito durante il sesso, fa parte delle narrazioni tossiche da abbattere.
Il problema di queste narrazioni è che, sebbene pop o "innocue" (un esempio? Ace Ventura), influenzano il pubblico. Le donne trans, per esempio, sono sempre raffigurate come ipersessualizzate e l’unico lavoro per loro possibile è quello della sex worker. Per non parlare degli uomini trans, che trovano rarissima rappresentazione, quasi nulla, nel mondo seriale e cinematografico. A questo riguardo Disclosure su Netflix è un documentario eccezionale, che raccontare la rappresentazione trans al cinema e in tv. Sempre su Netflix trovate Pose, una rivoluzione in questo campo.
Anche la narrazione dell’HIV è un problema, anzi non se ne parla proprio. Passato il ciclone degli anni '80 e '90 è successo che, adesso, senza più educazione sessuale, le infezioni sessualmente trasmissibili sono cresciute negli under 25. Un campanello d’allarme che ci fa capire come parlare di contraccezione e sessualità  a scuola sia più che mai necessario.
Gli stereotipi delle donne black in tv
Altra minoranza non rappresentata sono le donne nere. Soprattutto nelle serie tv italiane, le attrici black sono ipersessualizzate e spesso interpretano delle prostitute. Si trasformano in un sogno erotico, utile a dare sfogo alle fantasie maschili. Ci avete fatto caso? Nelle teen-series, specie quelle di una volta, la prima a rimanere incinta era sempre la ragazza black.Â
Si tratta di una narrazione distorta, coloniale e patriarcale. Non per nulla una delle serie più interessanti per la rappresentazione della donna nera è She’s Gotta Have It, remake del film cult di Spike Lee.
Questi alcuni degli aspetti più interessanti emersi nel panel Let’s talk about sex, baby al FeST - Il Festival delle Serie Tv di Milano. Le narrazioni del sesso e del corpo vedono un cambiamento già in atto, ma ancora non è abbastanza. Una visione sana, intelligente, ironica - e non per forza romantica e drammatica - del sesso dovrebbe essere la normalità . Come anche la rappresentazione di tutti i corpi.