The Witcher è su Netflix, giunta alla seconda stagione: non l'avete ancora vista? Ecco 5 motivi per cui dovreste iniziare la serie con Henry Cavill
Il genere fantasy, già da diversi anni a questa parte, ha ritrovato una certa prosperità . E lo ha fatto in modi e tempi differenti, diversificandosi in moltissimi media. Un caso da prendere in esame, e che ha fatto parlare molto di sé fin dai primi annunci, è quello dell'universo creato da Andrzej Sapkowski. Universo che si è inizialmente proposto in una serie di racconti per poi sfociare, col tempo, in una vera e propria serie di romanzi.Â
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Il protagonista della storia è lo strigo Geralt di Rivia, cacciatore di mostri geneticamente mutato, che si ritrova coinvolto in vicende decisamente più grandi di lui. Il mondo di The Witcher, popolato da molteplici razze e infestato da terrificanti creature, ha poi trovato una personificazione nei videogiochi grazie a CD Projekt Red.Â
La fortuna videoludica dello strigo è iniziata nel 2007 e dura ancora oggi, per vari motivi: il fascino dell'ambientazione, la profondità dei numerosi personaggi, l'intreccio narrativo e un gameplay stimolante e intrigante.
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Tutto questo successo conduce, nel 2019, alla prima stagione in live-action di The Witcher, serie originale Netflix giunta nel 2021 alla seconda stagione. Nel complesso, il risultato vive di luci e di ombre ma, in ogni caso, se apprezzate il genere e il brand di cui parliamo ci sono vari motivi per (almeno provare a) vedere The Witcher. Noi ve ne diamo 5.
1. Il Geralt di Henry Cavill
Ebbene sì, il motivo principale per vedere The Witcher è senz'altro l'attore protagonista. Lo sapevate? L'attore britannico è un accanito fan della saga, ha letto i romanzi che la compongono e ha giocato tutti i capitoli videoludici che la riguardano. Cavill crede moltissimo nel personaggio che interpreta e si vede chiaramente, risultato? Nei panni dello strigo Geralt soddisfa ampiamente le aspettative. Anche il casting degli altri personaggi - come Yennefer e Ciri - convince, ma il protagonista è tutta un'altra storia.
2. Il comparto tecnico di The Witcher
La prima stagione, sotto questo punto di vista, si era rivelata estremamente deludente: in alcuni episodi l'imbarazzo è palese e si prova una certa fatica ad accettarlo. Ma, complice forse lo straordinario successo ottenuto, le cose cambiano radicalmente nella seconda stagione: gli effetti speciali di The Witcher sono decisamente più convincenti nella stagione 2, come anche la resa degli spaventosi demoni (niente a che spartire con quelli della prima). Meglio così.
3. Le scene d'azione
Il fiore all'occhiello dell'intera produzione. In entrambe le stagioni, quando arriva l'azione, non c'è n'è davvero per nessuno. Ben realizzate e coreografate, violente e coinvolgenti esattamente come dovrebbero essere.
4. Lo sviluppo narrativo
Occore una certa pazienza per vedere decollare la serie. Specialmente nella prima stagione, infatti, si ha l'impressione che ogni episodio rappresenti una storia a sé. L'intento è quello di introdurre il gigantesco mondo in cui si muove The Witcher. Questo potrebbe rappresentare uno scoglio, ma non temete: gradualmente, la storia prende una sua forma precisa e le perplessità vengono sciolte. Anche la seconda stagione, in verità , si prende i suoi tempi ma poi ingrana per davvero. E il finale di stagione ti fa desiderare l'arrivo di quella successiva.
5. L'universo di Andrzej SapkowskiÂ
Se il mondo di The Witcher e dei suoi abitanti dovesse piacervi, alla fine, avreste davvero molto da scoprire. La serie potrebbe essere infatti un'occasione per avvicinarsi alla saga letteraria e a quella videoludica. The Witcher 3 – Wild Hunt, con le relative espansioni per Pc e le varie consolle, potrebbe essere un'esperienza indimenticabile. Fidatevi.  Â