«In tribunale non vince la verità migliore, ma la bugia raccontata meglio»: è un assunto del magistrato, scrittore, ex commissario di polizia e consigliere di Stato Francesco Caringella. È anche una riflessione che solletica il cervello degli spettatori che, in sala, assistono alla pellicola di Stefano Cipani Educazione fisica, scritta dai fratelli D'Innocenzo.
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La vicenda del film, però, non si svolge in un’aula di tribunale ma nella palestra di una scuola: un luogo che diventa luogo dell’orrore e, di conseguenza, il posto dove va fatta giustizia.
Carmen Majano (Raffaella Rea), Franco Zucca (Claudio Santamaria), Aldo (Sergio Rubini) e Rossella Stanchi (Angela Finocchiaro) vengono convocati d’urgenza dalla preside (Giovanna Mezzogiorno) nella palestra della scuola per essere messi al corrente di un crimine di cui i figli risultano essere gli autori.Â
Christian, Giordano e Arsen - questi i nomi dei rispettivi figli tredicenni - sono accusati di stupro nei confronti di una loro compagna di classe, Sonia Toselli.
I quattro genitori sono sconvolti, messi di fronte alla più cruda delle verità si rifiutano di credere a quel che è stato loro riferito dalla preside. La donna cerca collaborazione in quegli adulti, spera comprendano il peso di quella situazione, auspica un conforto e una rassicurazione che non arriveranno mai; il suo compito non è solo quello che sta svolgendo nel migliore dei modi in quel momento, ma anche – e soprattutto – prendersi cura dei suoi figli a casa con la babysitter, con la quale è sempre in perenne contatto al cellulare.Â
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Diana, questo il nome della preside, è decisa a raccontare tutto alla polizia e ha convocato i genitori per prepararli a ciò che stanno e devono affrontare quali responsabili delle azioni dei loro figli. Ma le cose non vanno come aveva previsto.
Comincia infatti un duro scontro con i genitori dei suoi alunni che, nel tentativo di metterla a tacere, ribaltano del tutto la realtà . Ne viene fuori un quadro agghiacciante, dove la preside è una mitomane e la ragazzina vittima dell’abuso una pazza, sgualdrina e tossica.  A nulla valgono le parole della Preside per riportarli coi piedi a terra e metterli di fronte al fatto compiuto. Non può essere: i loro ragazzi sono stati fuorviati, costretti, provocati. La colpa è della ragazzina.
L’attacco verbale si fa concitato - mentre il ritmo della pellicola diventa sempre più convulso - i quattro vogliono insabbiare tutto comprando il suo silenzio e quello della ragazzina. Ma la preside non ci sta.Â
In quella palestra, dove tutto cade a pezzi, gli strumenti da ginnastica sono arrugginiti, i palloni sgonfi, i muri scrostati, le pertiche cedevoli, il pavimento svelto, dove è avvenuto il fattaccio, i ruoli di accusa e imputato si capovolgono.Â
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La palestra diventa quindi un tribunale, dove ognuno è l’avvocato di se stesso con ruoli decisamente sproporzionati. Quattro contro uno e un collegio giudicante silenzioso, indifferente alla vicenda: la coscienza. Quel giudice non avrà voce in capitolo, non farà la sua parte. Resterà a guardare lo svolgersi del processo e lo sfacelo che ne conseguirà , senza emettere sentenza. E a farla franca, anche stavolta, sarà la violenza. A vincere, se si può definire vittoria, la menzogna.
Educazione fisica è la trasposizione cinematografica di Damiano D’Innocenzo e Fabio D’Innocenzo dell’opera teatrale di Giorgio Scianna La Palestra: un film che genitori, educatori, istituzioni, adulti dovrebbero vedere.Â
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Cipani e i D'Innocenzo hanno avuto il coraggio di portare sul grande schermo un argomento a cui non viene data la giusta importanza e il film si propone di lanciare un monito per affrontare e risolvere il problem, la carie che è alla radice del dente, lo specchio in cui tutti i soggetti preposti all’educazione – genitori per primi – devono sapersi guardare.
Le sensazioni che questo film procura allo spettatore sono un senso di vuoto, disperazione, angoscia e anche paura. Gli attori sono tutti eccellenti nell’incutere quel senso di oppressione e terrore che non lascia via d’uscita, realizzato in maniera davvero realistica nel momento in cui l’aggressione verbale nei confronti della preside si trasforma in aggressione fisica. Non è solo la sensazione di sentirsi le mani addosso nel senso materiale del gesto, ma anche nel significato più astratto.
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È da apprezzare inoltre anche le scene che introducono alla preparazione al colloquio, ovvero una panoramica che Cipani offre sull’aspetto caratteriale di questi tre genitori, colpevoli – o innocenti chissà – di non trascorrere troppo tempo coi propri figli a causa del lavoro, dei problemi in famiglia o altro; tutti presi da se stessi, scoprendo, alla fine, di non conoscerli affatto. Una svista o una colpa, quindi?
Significativo infine che la pellicola adotti il termine educazione nel titolo, voluto apposta dal regista a sottolineare un tema troppo sottovalutato.  Aldo, Rossella, Franco, Carmen – la cui pochezza d’animo si scoprirà sin dalle prime battute – sono la rappresentazione più realistica di quanto la nostra società è diventata negli anni ciò che stiamo vivendo, con l’aggravante di essere esecutori delle peggiori malefatte e di non (voler) riconoscersi come tali perché, tutto sommato, ci facciamo orrore da soli.
Titolo: Educazione fisica
Paese, anno: Italia, 2022
Genere: Drammatico
Regia: Stefano Cipani
Sceneggiatura: Damiano D’Innocenzo, Fabio D’Innocenzo
Fotografia: Fabio Cianchetti
Interpreti: Angela Finocchiaro, Sergio Rubini, Claudio Santamaria, Raffaella Rea, Giovanna Mezzogiorno
Musiche: Mario Fanizzi
Produzione: Paco Cinematografica con Rai Cinema e Luce Cinecittà in coproduzione con Agresywna Banda
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 88 min
Data di uscita: 16/03/2023