Decision to Leave (2022), la recensione: un thriller conturbante dal maestro Park Chan-Wook

Decision to Leave di Park Chan-Wook ha trionfato nel 2022 al Festival di Cannes con il premio per la Miglior Regia, mentre è stato inspiegabilmente escluso dagli Oscar per il Miglior Film Straniero.

Lo stile dell’autore di Old Boy è più che riconoscibile nella sostanza di questa sua nuova opera d’arte, eppure sembra essere piacevolmente mutato nella forma. 

Proprio quell’ossessione per la forma (che le recenti stroncature gli avevano imputato in quanto derisione del contenuto), quel didascalismo spinto, qui si trasformano in mistero e sfumature irrisolte: i continui salti temporali, le voci in diretta che diventano voci fuori campo dentro un’altra scena, le immagini che si sovrappongono in continuazione sono parte di questo complesso puzzle stilistico da ricomporre.

Park Chan, allo stesso modo della personalità del suo protagonista, mescola sacro e profano, nobiltà e cattiveria, verità e ipocrisia, antico e moderno. 

Il suo film, un noir che ha il sapore monumentale dei classici di culto, si arricchisce di elementi contemporanei - come la presenza costante e decisiva di schermi e dispositivi mobili - e di una sessualità (a differenza del precedente Mademoiselle) mai esplicita e per questo ancora più sensuale. A suggellare quella che è una storia d’amore conturbante dal sapore autentico e struggente.

Aiutandosi con una regia innovativa - trainata da una spiazzante asincronia tra suono e immagini - che insegue l’emozione molto prima dei corpi e dei soggetti, l’autore coreano firma un thriller che va oltre la semplice storia di un detective innamorato della donna su cui indaga.

Costruisce invece un personaggio (in)credibile, annoiato dalla vita borghese e convenzionale in cui affoga insonne, e per questo attratto da una donna del mistero, forse bugiarda e manipolatrice, ma anche lei disposta a tutto pur di salvare quel  che resta di un amore impossibile e segreto, fatto di piccoli gesti e sussurri, di respiri e sguardi che si toccano al di fuori dello spazio e del tempo.