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Succession, la recensione (2018-23): perchè lo show di Jesse Armstrong ci piace così tanto?

26/09/2023 16:00

Samantha Ruboni

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Succession, la recensione (2018-23): perchè lo show di Jesse Armstrong ci piace così tanto?

È finalmente il momento di parlare di Succession, la migliore serie tv degli ultimi anni

Targata HBO, Succession è andata in onda dal 2018 al 2023. L’ultimo episodio (28 maggio 2023) ha fatto registrare 2,9 milioni di spettatori. A mesi di distanza, è finalmente il momento di parlare di questa serie tv.

Diciamolo subito e togliamoci il pensiero: Succession è una delle serie migliori che la tv potesse donarci, la mettiamo insieme a titoli come Twin Peaks e Mad Men, per grandezza della scrittura e della messa in scena. A incominciare dal tema della sigla, ormai iconico, che una volta ascoltato non vi uscirà mai più dalla testa (insieme agli indimenticabili titoli di inizio).

Di cosa parla Succession

Come si può capire dal titolo, la serie parla della successione del magnate Logan Roy che deve decidere a chi dei tre figli, Kendall, Shiv o Roman, cedere il suo impero.

La saga di Jesse Armstrong, sceneggiatore e ideatore della serie (co-prodotta da Will Ferrell e Adam McKay), mette quindi in scena le vicende della famiglia della Waystar Royco - una sorta di Fox/Disney - mescolando generi e ispirazioni. 

 

Succession si muove lungo una sottile linea tra comedy e drama, che riesce a tirare fuori momenti spassosi ma, allo stesso modo, anche elementi da tragedia Shakesperiana. Interseca manie e malipolazioni, momenti non-sense come il “boar on the floor”, il rap di Kendall, il cugino Greg che vomita dagli occhi di un costume da mascotte in uno dei parchi divertimenti della Waystar.

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Preparatevi a prendere il ritmo

Dobbiamo ammetterlo: Succession è una serie priva di una vera e propria trama. Se ci pensiamo, da quando inizia a quando termina, la storia si è evoluta di pochissimo in termini di accadimenti: si parte da Kendall che dovrebbe prendere il posto di Logan come CEO dell’azienda quando, a sorpresa, suo padre decide di cambiare i piani. Questo succede nel primo episodio. Tutto quello che segue nelle successive stagioni sono macchinazioni, intrighi, tradimenti e riconciliazioni. Ma, alla fine, il risultato sembra essere stato là davanti ai nostri occhi tutto il tempo.

In ogni episodio, gli sceneggiatori di Succession reinventano colpi di scena uno dopo l’altro. E il pubblico spera che questo o quel personaggio cambi… ma invece no: rimangono tutti sempre gli stessi, in un continuo loop di sbagli e sconfitte che sono il cuore della serie.

 

I protagonisti sono umani e li sentiamo spesso vicini, tanto da empatizzare con uno o con l’altro sebbene siano dei malvagi milionari viziati e imbecilli. Sebbene così diversi e lontani da noi, come alieni sul nostro stesso pianeta, sono le loro vicende a tenerci attaccati allo schermo in maniera ipnotica.

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La famiglia Roy, i protagonisti di Succession

Per quanto ricca e potente, la famiglia Roy non è mai stata una felice. Logan, il patriarca, è in grado di influenzare le emozioni e i comportamenti di tutti solo con uno sguardo. La rabbia è ciò che ha la meglio su di lui e digrigna i denti appena non ha il dovuto rispetto. Logan Roy è un milionario che ha fondato un gigantesco conglomerato mediatico, acceccato dal suo ego al punto - nonostante l’età - da non volere annunciare il successore, continuando a ritardare l’annuncio. Non potendo sopportare l’idea di lasciare a qualcun’altro il potere, passa gli ultimi anni della sua vita a combattere ogni piccola minaccia al suo “trono".

È anche vero che la scelta di Logan è ardua: quale figlio scegliere? Il wannabe president  Connor, figlio maggiore avuto da un precedente matrimonio, che da tempo si è allontanato dagli affari di famiglia, ma che in realtà ha sempre orecchio quando si parla di eredità; il narcisista Kendall, l'Amleto della situazione, predestinato e ossessionato dal comando dell’azienda da cadere spesso in dipendenze e cattive compagnie; la manipolatrice Shiv, che lascia il mondo della politica per poter sperare di diventare la preferita di papà; Roman, il più piccolo dei fratelli, che vuol fare vedere che ormai è un vero “uomo”, senza però riuscirci.

La cosa molto bella di Succession è che lo spettatore ad ogni episodio cambia fazione. E al tempo stesso, sebbene ognuno di noi abbia il suo preferito tra i fratelli, si fa davvero fatica ad entrare in empatia con i Roy. 

Una cosa di certo accomuna tutti i personaggi: il loro essere venali, feriti, sofferenti e terribili. Sono tutti in vendita e difatti ogni relazione è una transazione. In questa serie non troverete dell’altruismo, anzi: a guidare gli spettatori puntata dopo puntata è il desiderio di vedere cosa potranno ancora distruggere in ogni episodio. 

I Roy sono spietati non solo tra familiari ma ancora di più con chi cerca di mettersi contro di loro. Le persone meno privilegiate intorno, che soffrono, non vengono nemmeno prese in considerazione. Incidenti mortali, suicidi e abusi sono solo alcune delle insabbiature che chi ha avuto a che fare con i Roy ha dovuto subire.

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Greg e Tom: la vera coppia malefica della serie

Vittima sacrificale dei Roy è spesso Greg, il cugino povero, nipote del fratello di Logan. Come lui è un ibrido anche Tom, marito di Shiv, dentro e al tempo stesso fuori dalla famiglia. Forse per questo Greg e Tom - la cui relazione è il simbolo dell’arrivismo - rappresentano chi nasce dal basso e, pian piano, scalando quintali di merda vera, riesce ad arrivare alla cima.

Tom e Greg sono due personaggi davvero pazzeschi, due pesci completamente fuor d’acqua che riusciranno ad avere la meglio su tutta la famiglia Roy. Le loro interazioni sono spesso comiche e assurde, indimenticabili. 

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A chi sono ispirati i Roy di Succession?

L’ispirazione per la famiglia Roy proviene dai Murdoch, il cui magnate possiede un impero mediatico che include Fox News e Paramount Global. Nella serie questo broadcast diviene ATN, il gemello di Fox: proprio come Fox, ATN durante la campagna elettorale diffonde disinformazione e una narrazione di sfiducia che permette a Jeryd Mencken /Donald Trump, di diventare presidente.

Anche la battaglia tra fratelli per ottenere la compagnia costruita dal padre, è stata cucita sulla vera storia della successione Murdoch: in particolar modo sulle vicende che riguardano Elisabeth, Lachlan e James Murdoch.

Succession nella cultura di massa

Succession è una delle serie più viste degli ultimi anni e per una serie così famosa è inevitabile la caccia al merch e al look indossato da questo o quell’altro personaggio. Dal momento che gli abiti indossati dai protagonisti non sono proprio economici, se proprio ci tenete o volete farvi del male esistono pagine Instagram che vi dicono marca e prezzo di ogni capo (la giacca più economica di solito si aggira intorno allo stipendio medio di una persona normale).

Se volete invece un merch un po’ più economico, va per la maggiore il cappellino da baseball della Waystar Royco (se preferite la versione senza logo, c’è quella indossata da Kendall di Loro Piana a soli 525 dollari!)  o una delle tazze più belle sul mercato con la cit. migliore di Tom: “YOU CAN’T MAKE A TOMLETTE WITHOUT BREAKING SOME GREGGS.” (impossibile tradurla, e comunque non renderebbe per nulla l’idea). 

Su Succession sono inoltre meme infiniti, drinking games, remix del main theme di Nicholas Britell. Il Saturday Night Live ha anche creato la parodia della serie, il Black Succession. Mentre i  fan su twitter hanno addirittura ringraziato la HBO di aver messo in onda il finale di serie durante il weekend del Memorial day, in modo da poterlo vedere in santa pace. 

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Ma perché Succession ci piace così tanto? Alcuni giornalisti e critici sono arrivati alla conclusione che apprezziamo questo show perchè ci dice tutto quello che occorre sapere dell’America, delle classi sociali, dei soldi, della famiglia, dei traumi e degli abusi. Insomma, dice tutto. Anche se noi non siamo come i protagonisti, loro sono come noi. Tifiamo per loro, ma non sappiamo perché.

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