Lo squalo: la materializzazione dell’istintiva paura che l’uomo ha dell’ignoto; il terrore provocato dall’impossibilità di controllare l’ambiente circostante trovandosi in un elemento - l’acqua - che non è il nostro. Un mondo dove i nostri sensi hanno una capacità di funzionamento limitata lasciandoci in una condizione di disagio continuo. La ragione primaria del grande impatto che ha avuto questo film sul pubblico, è da ricercarsi probabilmente nella concreta vicinanza di questo “mondo ignoto”: qui non si parla di pianeti lontani, di alieni, di mostri, di draghi e vampiri. I voli di fantasia non servono: qui si parla di mari e oceani, di qualcosa che ci circonda, del 70% della nostra Terra.
Lo squalo (1975) è una macchina perfetta nata per creare tensione: un successo clamoroso in tutto il mondo, universalmente considerato il primo blockbuster della storia del cinema e trampolino di lancio per il suo regista, Steven Spielberg, nell’olimpo di Hollywood.
La trama è semplicissima: la stagione balneare dell’isola di Amity, sulla costa atlantica degli Stati Uniti, viene funestata dagli attacchi di uno squalo che uccide in pochi giorni una ragazza e un bambino.
Lo sceriffo Brody (Roy Scheider), supportato dall’oceanologo Hooper (Richard Dreyfuss) vorrebbe chiudere le spiagge ma il sindaco non glielo permette per evitare di perdere gli enormi incassi nella festa del 4 Luglio, e anzi cerca di insabbiare la questione. Il terzo attacco mortale lo costringerà a ricredersi affidando a Brody, a Hooper e al cacciatore di pescecani Quint (Robert Shaw), il compito di trovare e uccidere lo squalo.
Spielberg si diverte a giocare con lo spettatore e con la sua paura: per tre quarti di film lo illude e poi lo delude prontamente non mostrandogli mai il pescecane.
Lo guida attraverso le acque scure, osserva quello che vede la bestia, si muove attraverso i suoi occhi e quando parte la notissima musica di John Williams (premio Oscar), lo spettatore intuisce l'attacco. L’autopsia del cadavere e il ritrovamento del dente nella chiglia della barca sono indizi che contaminano la pellicola e lasciano capire l'impressionante mole dello squalo. La tensione si stempera nella spedizione conclusiva sulla barca e l’attenzione si sposta sulla dispotica e rozza personalità di Quint, sull’elogio dell’amicizia, tutta al maschile tra i tre protagonisti e sui momenti più divertenti: come la storica scena di Quint e Hooper che mostrano le rispettive “ferite di guerra”. È proprio in un momento di calma totale (in cui Brody getta il pastone in mare) che Spielberg spiazza totalmente lo spettatore con la prima apparizione dell’enorme testa dello squalo e la nostra reazione è proprio quella di Brody: la paralisi totale.
Aiutato da effetti speciali molto sofisticati per l’epoca, Spielberg ha creato uno dei thriller più famosi e importanti: una moderna versione del Moby Dick di Herman Melville (impossibile non vedere nella cieca ossessione di Quint quella del capitano Achab) che continua a non perdere il suo fascino, la sua carica di tensione e inquietitudine. Per chiunque l’abbia visto, farsi un tuffo in mare non è stato più così semplice.
Genere: avventura, horror, thriller
Titolo originale: Jaws
Paese/Anno: USA, 1975
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Carl Gottlieb, Peter Benchley
Fotografia: Bill Butler
Montaggio: Verna Fields
Interpreti: Carl Gottlieb, Chris Anastasio, Chris Rebello, Craig Kingsbury, Dr. Robert Nevin, Gilbert Brand, Jay Mello, Jeffrey Kramer, Jeffrey Voorhees, John Bahr, Jonathan Filley, Lee Fierro, Lorraine Gary, Murray Hamilton, Peter Benchley, Richard Dreyfuss, Robert Shaw, Roy Scheider, Susan Backlinie, Ted Grossman
Colonna sonora: John Williams
Produzione: Zanuck/Brown Productions
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 124'