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Cars 2

18/06/2011 11:00

Erika Pomella

Recensione Film, Pixar, cars, planes,

Cars 2

Il merchandising batte la qualità

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Per festeggiare il venticinquesimo anno di attività, la Pixar sforna il suo dodicesimo lungometraggio, tornando a raccontare le avventure di un gruppo di personaggi che, già nel 2006, aveva catturato l'immaginario di molti spettatori, aprendo le porte ad uno dei migliori merchandising di casa Disney. Dopo il capolavoro Toy Story 3, vincitore del premio Oscar come miglior film d'animazione del 2010, e candidato anche nella sezione dei migliori film, John Lasseter torna dietro la macchina da presa per riprendere le fila della storia di Saetta McQueen e di tutti i suoi sconclusionati amici. Per questa nuova avventura, il genio di casa Pixar si avvale dell'aiuto di Brad Lewis, produttore del film (anch'esso vincitore dell'Oscar) Ratatouille.


Saetta McQueen (Owen Wilson), ormai affermato pilota della Piston Cup, si prepara ad una nuova, emozionante sfida: correrà, infatti, nella prima edizione del Gran Premio Mondiale, una gara che decreterà, una volta per tutte, chi sia l'auto più veloce del mondo. Per una simile occasione - che porterà Saetta a Tokyo, a Parigi, a Londra e nella fantasiosa città italiana di Porto Corsa - il protagonista decide di viaggiare con il suo migliore amico, Cricchetto (Larry the Cable Guy). Il simpatico Carl Attrezzi, tuttavia, non è abituato al mondo fuori Radiator Springs e il suo comportamento da una parte imbarazza Saetta, dall'altro lo spinge ad entrare casualmente in una rete di spie internazionali. Scambiato per un componente dell'intelligence, e aiutato da Finn McMissile (Michael Caine) e dalla bella Holley Shiftell (Emily Mortimer), Cricchetto dovrà combattere contro una numerosa banda di catorci capeggiata dal professor Z (Thomas Kretschmann) che vuole rovinare il Gran Premio e mettere fine all'era dei carburanti ecologici per un ritorno al petrolio.


Cars 2 arriva al cinema in un momento in cui sembra che a farla da padrone siano i sequel. Il nuovo film di John Lasseter, infatti, si pone a metà strada tra il già citato Toy Story 3 e l'annunciato Monsters Inc. 2. Tuttavia, mentre Buzz Lightyear e Woody riescono nuovamente a "fare il colpaccio", con uno dei migliori film di casa Pixar, Cars 2 non riesce pienamente nell'impresa, rimanendo nell'ombra della fatidica frase: "il primo è decisamente migliore". Pur restando su buoni livelli, Cars 2 mostra alcuni punti deboli e incertezze che abbassano il livello di una pellicola che altrimenti avrebbe potuto essere altissimo. Il primo di questi ostacoli narrativi si riscontra all'inizio, quando il procedere della storia va a rilento, con un intreccio poco probabile anche per un film d'animazione. Commistione tra spy-story, noir e commedia, rendono la prima mezz'ora del film macchinosa, e alcune parti non scorrono fluide come dovrebbero. Con l'inizio dell'avventura vera e propria, tuttavia, le cose (come l'umore degli spettatori) migliorano, e ci si ritrova di nuovo a sgranare gli occhi davanti alle capacità creative di uno sparuto gruppo di esseri umani. Suggestive sono le immagini della città italiana di Porto Corsa, un misto tra la costa amalfitana, Nizza e Montecarlo; così come bellissimi sono anche gli scenari legati alla capitale francese, accompagnati da una colonna sonora en français che rende le scene parigine godibilissime. Azzecatissima, invece, la scelta di concentrare l'attenzione non più su Saetta McQueen, che aveva concluso il suo percorso nel film precedente, ma su Cricchetto, un vero one man show che riesce ad essere divertente anche senza grandi sforzi. Le scene in cui si improvvisa spia sono tra le più divertenti della pellicola.


L'altro grande deficit di questo sequel è da ricercare nella scelta, in fase di script, di trasformare Cars 2 in una sorta di action-movie per bambini. In Cars - Motori Ruggenti ciò che affascinava maggiormente era la capacità di scavare all'interno della psicologia dei personaggi, per poi analizzare il modo in cui diversi caratteri riuscivano a interagire tra di loro. Il microcosmo di Radiator Springs si presentava come spazio circoscritto in cui varie individualità si mescolavano tra di loro, conoscendosi e poi reinventandosi. Tutto questo viene a mancare nel secondo episodio; la parte emotiva e psicologica viene sacrificata a favore di una più comune tendenza all'azione e, insieme, alla denuncia sociale. Non che questa sia una novità in casa Pixar: già in passato la casa di produzione aveva sollevato questioni morali piuttosto importanti, come il problema dell'inquinamento e della morte del pianeta (Wall-e) o l'abbandono degli anziani (Up!), Ma in quelle occasioni si trattava di usare una storia (il più delle volte straordinaria) per raccontare un problema. In Cars 2, invece, sembra sia stato fatto il contrario: usare una questione delicata come la lotta per il petrolio per poter poi raccontare una storia, quasi mancassero spunti in fase di ideazione. Tutto questo porta Cars 2 a posizionarsi diversi livelli al di sotto dei grandi film a cui la Pixar ha abituato i suoi spettatori, pur risultando un prodotto gradevole e, di sicuro, piacevolissimo per i più piccoli.


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