Dopo dieci anni di fidanzamento, Diego (Michele Alhaique) e Cinzia (Greta Scarano), due giovani di borgata, hanno finalmente deciso di sposarsi. Per mettere da parte qualche soldo in più, Diego, muratore, accetta il lavoro extra offertogli dal suo superiore: ristrutturare l’appartamento in centro della cugina Viola (Aylin Prandi). L’incontro con Viola, bella e ricca, sarà fulminante per Diego che entrerà in una crisi profonda, mettendo in discussione la sua intera vita, ad iniziare proprio dalla relazione con Cinzia. Esce finalmente nelle sale cinematografiche, dopo una lunga latitanza, la pellicola di esordio di Saverio Di Biagio, presentata ufficialmente alla 68^ Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Controcampo dedicata ai registi emergenti. Di Biagio è un debuttante solo per la grande distribuzione. Di materia prima, quella che distingue un buon film maker da uno mediocre, nel passato del giovane regista romano ce n’è a sufficienza. Classe 1970, alle spalle una carriera da aiuto regista al fianco di Daniele Vicari e Giovanni Albanese e una “nomination” da finalista al Premio Leo Benvenuti 2004, assegnato durante il Premiosolinas, alla miglior sceneggiatura. La pellicola in concorso era proprio Qualche nuvola, film con le ali che per tutto il primo tempo promette di spiccare il volo, e che invece più avanza più resta ancorata al suolo, con alla caviglia la catena pesante del low profile. Una zavorra, per capirci, che inchioda tutto il cinema italiano da anni. Di idee interessanti nella pellicola di Di Biagio ce ne sono non poche. Complici gli attori, specie il protagonista Michele Alhaique, insieme a Greta Scarano e Primo Reggiani, il film offre un ritratto non comune, per delicatezza e verosimiglianza della gioventù di borgata. Senza indugiare su pietismi o particolari eroici, con grande semplicità, il regista-sceneggiatore del film, racconta la storia di una coppia di vicini di casa, Diego e Cinzia, innamorati per il troppo conoscersi, che il tempo e le difficoltà quotidiane hanno messo davanti alla scelta obbligata del matrimonio e del lavoro duro. Dall’altra parte ci sono le alternative, la “vita sbagliata” degli amici di Diego, tra furti e spaccio, e la “vita sognata” a partire dall’incontro con la ricca e bella Viola. Di Biagio tratteggia con maestria l’inquietudine di chi, come Diego, da un momento all’altro, vede vacillare le proprie scelte. Dopo tanto dissertare sulla codardia delle nuove generazioni, Qualche nuvola presenta la vicenda di una coppia di giovani messi davanti a decisioni tutt’altro che ovvie, come il matrimonio o il lavoro, e pone il difficile interrogativo dell’essere felici o accontentarsi. Il tono ricorda pellicole agrodolci come Generazione Mille Euro, la delicatezza del racconto umano però aggiunge decisamente un più alto livello. Purtroppo, da un certo punto in poi, il film si trasforma, sotto gli occhi di un inerte spettatore, in un grottesco dramma sentimentale, dove a dominare sono l’isteria femminile e la recitazione urlata. Tutto ciò che del protagonista si ama nella prima metà del film, giunti alla fine, si arriva ad odiare senza riserve. Il finale più imposto che necessario, sembra costringere i personaggi in un “registro medio”. Rattrista vedere sceneggiature e regie valide sfilacciarsi sul finale per rimanere riconoscibili all’interno di un genere “mucciniano” fin troppo noto. Il fatto che Di Biagio sia alla sua prima opera però, conforta: chissà che per il prossimo film non si doti di maggior coraggio audacia e decida di esprimere con maggior decisione le proprie idee.