Deve essere stata una manna dal cielo per un James Cameron poco più che trentenne dirigere il sequel del capolavoro di Ridley Scott e poter riprendere allo stesso tempo le redini di un discorso sancito col successo planetario di Terminator appena un paio di anni prima.Â
Perché se da un lato Alien rappresenta il capostipite, non solo di una saga, ma di una rilettura strutturale del genere fantascientifico in chiave orrorifica, dall’altro è l’embrione eccezionale dal quale sgusceranno le eroine guerriere e le valchirie cinematografiche dei due decenni successivi. Alla Ripley di Sigourney Weaver il regista di Piranha Paura fa succedere, nella pellicola cyberpunk del 1984 dai cupi echi apocalittici, la Sarah Connor in lotta contro un destino incombente, scheggia esilissima ma tenacemente aggrappata alla vita e alla sopravvivenza dell’umanità .Â
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Nella strenua, materna, istintiva difesa del proprio grembo, involucro salvifico contro l’abisso, Cameron ritrova con Aliens - Scontro Finale la prosecuzione di quel vincolo matriarcale che regola gli equilibri universali della natura. Femminile sembra essere la nemesi più nobile e viscerale allo sfacelo e alla distruzione.
Sopravvissuta al terribile disastro della Nostromo, Ellen Ripley viene rinvenuta dopo aver vagato nello spazio per quasi sessant’anni in stato di ibernazione a bordo della capsula di salvataggio.
Interrogata dalla Compagnia riguardo agli esiti del disastro della nave commerciale e l’ingente perdita del materiale trasportato, la superstite rivela l’esistenza di una forma di vita sconosciuta estremamente ostile come causa del massacro del suo equipaggio ma, senza prove che possano dimostrare la sua testimonianza, viene sollevata dal suo incarico di pilota, non prima di venire a conoscenza che il pianeta alieno sul quale era atterrata decenni prima nel frattempo è stato esplorato e colonizzato dai terrestri.Â
Ma quando i contatti con le colonie vengono inspiegabilmente interrotti, una squadra di Marines viene allestita per una ricognizione sul pianeta e a Ripley viene affidato l’incarico di unirsi alla spedizione. Forse, per la reduce della sconvolgente esperienza della Nostromo, è l’unica occasione per estirpare dalla propria mente il ricordo mortifero della terribile creatura aliena.
Nonostante Aliens raccolga la catena narrativa e stilistica del primogenito (in una appena sbalzata ma indolore consecutio temporum), Cameron impiega poco più che il tempo del risveglio, quei minuti che intercorrono dal punto più profondo dell’incubo al recupero dello stato di veglia, per virare rotta e affondare una roboante manovra di riarmo delle capacità cognitive e sinestetiche.Â
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Il torpore oscuro e claustrofobico dell’incubo di Scott viene presto diradato dagli effetti visivi di Stan Winston e da un impianto votato all’azione, che invece di procedere con passo incerto lungo i sibilanti meandri dell’attesa – come accadeva allo sventurato equipaggio della Nostromo – dispiega schieramenti e disposizioni emotive irremovibili e risolute (paramilitari o maternali che siano).Â
Il film tiene sempre sotto mira le insenature più fitte d’ombra e le inquietudini del 1979, sapientemente innescate e detonate nei picchi di suspense più acuti.Â
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In questo cambio di muta - che cela l'intuizione più significativa nell'approfondimento psicologico e nella battaglia salvifica tra madri che accomuna la protagonista e la sua aberrante controparte aliena - si annida il maggior pregio della pellicola di Cameron, che innesta di nuovi elementi una saga a dire la verità eterogenea nel suo alvearico proliferare - basti guardare all’ulteriore osmosi tonale del successivo Alien 3 - ma che con questo capitolo sigilla uno statuto ben saldo nel cinema di fantascienza.
Genere: action, fantascienza, horror, thriller
Titolo originale:Â Aliens
Paese, anno: USA, 1986
Regia:Â James Cameron
Sceneggiatura:Â James Cameron
Fotografia:Â Adrian Biddle
Montaggio:Â Ray Lovejoy
Interpreti: Al Matthews, Bill Paxton, Carrie Henn, Colette Hiller, Daniel Kash, Jenette Goldstein, Lance Henriksen, Mark Rolston, Michael Biehn, Paul Maxwell, Paul Reiser, Ricco Ross, Sigourney Weaver, William Hope
Colonna sonora:Â James Horner
Produzione: 20th Century Fox, Brandywine Productions
Durata:Â 137'