Roman Polanski che ascolta assorto un malconcio Jack Nicholson sul set di Chinatown; Emmanuelle Seigner, sorretta da Harrison Ford sui tetti parigini, che si protende nel tentativo di afferrare la statuetta della Libertà, durante le riprese di Frantic. Fino all’intenso sguardo, carico di memorie e dolori lontani ma onnipresenti, che il regista getta di là dai recinti spinati dei campi di concentramento sul set de Il pianista. Fotogrammi che restano impressi con sali d’argento nella memoria collettiva. Continua la “tournée” della mostra curata da bAlberto Barbera/b, dal titolo hitchcockiano Intrigo internazionale. Il cinema di Roman Polanski. Dopo il successo di Torino la mostra arriva a Roma, fino al 28 giugno, presso Cinecittàdue Arte Contemporanea. Il titolo della mostra dà chiare indicazioni sul percorso artistico e biografico di Polanski, l'influenza che esercitò su di lui il maestro di Psycho, il suo eterno romitaggio: dagli esordi di Repulsion e Cul-de-sac ai capolavori inarrivabili Rosemary’s baby e L’inquilino del terzo piano, fino alla maturità del pluripremiato Il pianista, la ultraquarantennale carriera del regista polacco è ripercorsa attraverso immagini eccezionali, simulacri di rara bellezza. Le 120 fotografie di scena e dai set esposte, è possibile gettare uno sguardo anche a fessure più private, attraverso gli intimi scatti con Sharon Tate (Per favore non mordermi sul collo), Natassja Kinski (Tess), Emmanuelle Seigner, protagoniste dei suoi film e donne amate nella vita. La mostra è a ingresso libero.