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Diana - La storia segreta di Lady D

03/10/2013 11:00

Aurora Tamigio

Recensione Film,

Diana - La storia segreta di Lady D

Chi disse che la principessa Diana avrebbe trovato pace dai paparazzi e dalle pagine mondane solo dopo la sua morte doveva essersi evidentemente sbagliato...

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Chi disse che la principessa Diana avrebbe trovato pace dai paparazzi e dalle pagine mondane solo dopo la sua morte doveva essersi evidentemente sbagliato. A sedici anni dalla scomparsa nel tragico incidente automobilistico parigino nel tunnel del Pont de l'Alma, dopo innumerevoli biografie - più o meno autorizzate - e tante chiacchiere, arriva sul grande schermo il primo biopic dedicato a Lady Diana Spencer, l’unica reale a meritare - dopo Grace Kelly - l’appellativo di “donna più fotografata del mondo”.


Tratto dalla biografia della giornalista Kate Snell, Diana narra gli ultimi due anni di vita di Lady Diana Spencer (Naomi Watts), principessa di Galles ed ex consorte del Principe Carlo d’Inghilterra, amore mai dimenticato dei sudditi e preoccupazione costante della Corona britannica per la burrascosa vita sentimentale e la condotta anticonvenzionale. La “principessa del popolo” raccontata attraverso le sue due ultime travagliate storie d’amore: quella con il cardiologo pakistano Hasnat Khan (Naveen Andrews) e quella con il miliardario Dodi Al-Fayed (Cas Anvar), che perse la vita con lei nell’incidente parigino del 1997.


Chiunque abbia memoria degli anni Novanta, ricorda la vicenda umana di Lady D più come una telenovela che come la vita di una donna celebre. Dal matrimonio con Carlo d’Inghilterra, ai pettegolezzi, alle foto rubate, sino al divorzio dal Principe di Galles e infine la seconda vita di Diana, tra filantropia e passioni amorose, terminata in tragedia sul Pont de l'Alma il 31 agosto 1997. Diretto da Oliver Hirschbiegel e sceneggiato da Stephen Jeffreys (The Libertine), Diana è il primo tentativo di portare su schermo un ritratto di Lady D svincolato dalla Casa Reale inglese, con l’ambizione di raccontarne l’ultima storia d’amore, quella con il medico pakistano Hasnat Khan. Tra le diverse ragioni per cui la gente d’Inghilterra e di tutto il mondo abbia avuto e ancora oggi mantenga un posto particolare nel suo cuore per Lady D c’è, insieme alla sua attitudine per la beneficenza e il volontariato, al suo aspetto etereo e al suo look moderno, la vulgata di una principessa rifiutata, in cerca dopo il divorzio di amore e serenità. La triste storia della principessa infelice colpì soprattutto le donne, in particolare le più romantiche, le stesse a cui si rivolge Hirschbiegel con il suo biopic a tinte nettamente rosa. L’autore che aveva dato vita ad un buon intreccio storico e umano in La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler (2004) sceglie qui di ripiegare su una romance a tinte classiche, in cui la protagonista Naomi Watts – seppur reduce da mesi di preparazioni estenuanti che hanno riguardato la voce, la mimica, i costumi e il trucco necessari a rendersi il più possibile somigliante alla principessa – riesce solo in parte a restituire il fascino di Lady D e poco può per far divergere il film da un racconto sentimentale sfumato sul gossip. I tempi scenici sono quelli del melodramma, piuttosto lenti e prevedibili, così come i dialoghi, forse la più grande pecca della pellicola, un copia-incolla delle più celebri frasi attribuite a Diana e di battute da narrazione d’appendice, semplicemente tratti da una delle tantissime biografie circolanti sulla principessa.


Nel 2006 Stephen Frears aveva raccontato in The Queen, film semplice ma istantaneo, la crisi mediatica e politica che assalì il Regno Unito in seguito alla morte di Lady D. Seppure il focus di quella pellicola fosse, da stessa dichiarazione del titolo e del regista, la regina Elisabetta e non certo Diana Spencer, quell’opera aveva saputo raccontare “la principessa del popolo” ben più di questo sofisticato film di Hirschbiegel. Ispirandosi ad una narrazione che poco si discosta da un rotocalco, il regista di Invasion rinuncia infatti ad indagare Diana nella sua complessità di personaggio pubblico (e politico) e di figura a suo modo rivoluzionaria nell'essere principessa, e suo malgrado, icona di un decennio.


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