Amadeo è un ragazzo timido e con un grande talento per il calcio balilla. Incoraggiato da Laura, di cui è innamorato, accetta la sfida del bullo Grosso e riesce a prevalere, umiliandolo e infliggendogli l’unica sconfitta della sua vita. Anni dopo Grosso, divenuto ormai un calciatore di grande successo, torna a tormentare la tranquilla cittadina di Amadeo, deciso a prendersi la rivincita e a comprare tutto il paese. Sarà grazie all’aiuto della sua squadra di latta, che magicamente ha preso vita, che Amadeo riuscirà ad infliggere all’arrogante Grosso una nuova cocente sconfitta. Juan José Campanella, vincitore nel 2010 dell’Oscar per il miglior film straniero con Il segreto dei suoi occhi, firma con Goool! il suo primo film d’animazione. Fin dall’esordio, con una divertente citazione al prologo di 2001: Odissea nello spazio, Campanella sembra voler coniugare il suo amore per la settima arte con quello per lo sport più famoso del mondo, il calcio. Non stupisce che il regista argentino abbia scelto di raccontare una storia che eleva lo sport a metafora della passione e dell’unione che dovrebbero guidare le nostre vite: già nella pluripremiata pellicola del 2009 Campanella aveva firmato infatti un bellissimo piano-sequenza d’ambientazione calcistica che esaltava tutte le sue capacità virtuose, a dimostrazione di un tentativo di fusione che da sempre accompagna il suo lavoro. In un film che non brilla per l’originalità dell’intreccio né per una particolare struttura drammatica – la scelta di servirsi dei flashback di un Amadeo ormai anziano che racconta la sua storia al figlio risulta fin troppo convenzionale – sono le qualità tecniche e il ritmo della narrazione a rappresentare i punti di forza di un lungometraggio tutto sommato divertente, certo non indimenticabile. Goool!, che non può contare sui picchi lirici dei film Pixar né sugli scatti comici di quelli Dreamworks, è una pellicola che si fa notare soprattutto per l’ottima qualità dell’animazione, raggiunta con un budget non esorbitante, e per la sua insolita provenienza geografica, ennesima dimostrazione dell’assoluta vitalità della produzione cinematografica sud-americana. Manca completamente quella capacità di parlare a tutte le fasce d’età , quella trasversalità che caratterizza invece le produzioni americane e che permette agli adulti di non addormentarsi in sala quando accompagnano i bambini al cinema.