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Le streghe son tornate

26/03/2014 12:00

Paolo Sammati

Recensione Film,

Le streghe son tornate

Costretto alla fuga dopo aver rapinato un "Compro Oro" nel centro di Madrid, Josè tenta di espatriare in Francia accompagnato dal figlio di 10 anni, il complice

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Costretto alla fuga dopo aver rapinato un "Compro Oro" nel centro di Madrid, Josè tenta di espatriare in Francia accompagnato dal figlio di 10 anni, il complice Tony e un ostaggio. Durante il viaggio gli uomini si ritrovano in un piccolo paese basco, Zugarramurdi, covo di streghe e nei secoli passati teatro della feroce azione persecutoria dell’Inquisizione Spagnola.


Sin dall’esordio delirante, l’adrenalinica rapina in maschera con tanto di Gesù Cristo armato di fucile a pompa accompagnato da un bambino e dai complici Spongebob e soldatino verde, Las brujas de Zugarramurdi è un film che porta, inconfondibile, il segno del suo autore. Álex de la Iglesia è un regista dalla personalità forte e dallo stile riconoscibile, capace di fondere generi diversi attraverso la forma onirica dell’impossibile reso possibile, visione improbabile divenuta realtà tangibile. I ritmi dell’action; i toni grotteschi dell’horror e quelli polemici del contrasto tra i generi; le virate umoristiche ostentate (perché in fondo, è tutto un grande scherzo): questi i cardini di un film divertente e ironico, che nell’eterna contesa uomo/donna ha l’intelligenza di tratteggiare i tratti più infimi di entrambi. Immaturi e irresponsabili, nel mondo di de la Iglesia gli uomini sono inaffidabili e poco avvezzi al lavoro. Quanto alle donne, sono streghe ossessive e manipolatrici, femministe diaboliche - perché l’iperbole è arma comica - quando tentano di evocare una dea pagana chiamata Grande Madre. Non mancano nemmeno fulminei tratti di critica sociale – la disoccupazione, il "Compro Oro" come simbolo della crisi economica – a conferma di un cinema totalizzante e onnivoro.


Seppur inferiore rispetto all’inarrivabile Ballata dell’odio e dell’amore, che valse a de la Iglesia il Leone d’Argento per la regia e il premio Osella per la sceneggiatura alla Mostra di Venezia del 2010, Las brujas de Zugarramurdi è un film divertente e dal ritmo incalzante. Accusa forse una certa ridondanza nel finale, ma conferma da una parte l’autorialità del regista spagnolo e dall’altra la miopia dei distributori italiani, che ancora stentano a trovare una data d’uscita. D’altronde lo stesso Ballata dell’odio e dell’amore è stato distribuito in Italia con due anni di ritardo, e manca ancora all’appello La chispa de la vida, del 2011.


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