Marco Turco dirige il primo biopic dedicato alla scrittrice e giornalista fiorentina Oriana Fallaci. Trasmesso su Rai Uno il 16 e 17 febbraio, la distribuzione televisiva è stata preceduta dall’uscita in sala nelle giornate del 3 e 4 febbraio con Fandango. Oriana Fallaci è senz'altro un personaggio unico nel panorama italiano del XX secolo, una donna difficile da inquadrare e raccontare. La produzione di una pellicola a lei dedicata è quindi un’operazione rischiosissima, che con ogni probabilità la stessa Fallaci avrebbe "massacrato" come ha dichiarato anche Vittoria Puccini, che alla protagonista presta il suo volto. Nonostante la difficoltà del compito, però, va ammesso che L'Oriana riesce - in parte - nel tentativo di raccontare più aspetti possibili di una personalità femminile incredibilmente sfaccettata, un'intellettuale autrice di articoli memorabili e romanzi cult. Dalla gioventù partigiana al periodo hollywoodiano; dal reportage sulla condizione delle donne (arrivato prima di parecchie lotte femministe) all'ossessione per la guerra in Vietnam, per cui diventò la prima inviata di guerra donna; dall'amore per il greco Alekos Panagulis all'apice della carriera, l'intervista all'ayatollah Khomeini. Gli sceneggiatori Sandro Petraglia e Stefano Rulli mostrano lo scenario pubblico e privato di una donna che in vita sua provò a comportarsi sempre con coerenza. Come ogni biopic (sopratutto quelli soggetti a doppia distribuzione, cinema e televisione) si lavora di tagli, montaggi e scene che mettono in evidenza il carattere del personaggio. Il regista, gli interpreti, la produzione e i vari reparti fanno un buon lavoro di messa in scena che salva L'Oriana dalle difficoltà del passaggio tra cinema e tv. Il risultato è un film che sa diventare anche fiction televisiva, pur risentendo di una selezione obbligata degli episodi biografici che riduce la possibilità degli autori di aumentare la tensione emotiva. Se il racconto riesce comunque nel suo intento, il merito va anche a una produzione che non ha badato a spese, girando nei luoghi realmente visitati dalla giornalista, dando realismo alla vicenda senza ricercare il clamore delle immagini forti di guerra. Oriana Fallaci appare come un personaggio appassionato del proprio mestiere: una donna tenace che rifiuta di essere trattata diversamente dagli uomini e che non si arrende mai. Una nota di merito va alla Puccini che, pur avendo un aspetto fisico del tutto differente dalla Fallaci, ha saputo giocare sulla toscanità comune e sulla modulazione della voce. Nell'accettare un ruolo da cui nessuno probabilmente sarebbe potuto uscire totalmente vincente, la sua interpretazione restituisce parte della determinazione di un personaggio che merita forse di essere approfondito ancora di più.