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Giovanni Allevi: Equilibrium - The Film Concert

19/06/2018 11:00

Andrea Desideri

Recensione Film,

Giovanni Allevi: Equilibrium - The Film Concert

La celebrazione della semplicità artistica di Giovanni Allevi

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Siamo soliti vedere arrivare i concerti al cinema soltanto nel caso di rockstar. Lasciando da parte Ligabue, che è anche un regista, di solito ad approdare sul grande schermo sono gli “animali da palco”: raramente abbiamo visto anche al cinema un pianista. Questo azzardo, in Italia, l’ha provato Giovanni Allevi portando in sala Giovanni Allevi: Equilibrium - The Film Concert.


Il celebre pianista arriva al cinema con una fedele ricostruzione del concerto evento che l’ha visto protagonista. Il girato racconta la nascita dell’ultima opera sinfonica di Allevi: un vero e proprio excursus in grado di guidarci negli anfratti più intimi della creazione, dalle suggestioni iniziali sino all’incontro con il pubblico. Un’occasione per capire e carpire quanto il talento vada coltivato e perfezionato con tanto studio e altrettanta inventiva. La creatività a Giovanni Allevi non manca, dal momento che è in grado di catturare con facilità varie fasce di pubblico: dagli adulti ai più giovani. Proprio questa sua duttilità artistica l’ha reso un’icona prima ancora che un maestro: tutti si approcciano a lui con dovuta referenzialità e riconoscenza, pur riconoscendogli sempre e comunque l'umiltà.


Forse è proprio per questo che Giovanni Allevi: Equilibrium - The Film Concert è un misto fra alto e basso, approfondimento e quotidianità. Allevi ha il pregio di strafare, artisticamente, sempre pronto a (ri)mettersi in discussione. Possiede la bravura dei grandi, pur conservando quella sana emozione che pervade i più timidi. La sua bontà d’animo, a tratti, lo fa sembrare quasi finto. Montato. Specialmente dietro le quinte. Mai sopra alle righe, riesce a conservare una parola buona per tutti. Anche nei momenti più stressanti. Allora è possibile malignare e credere che sia una cosa studiata, poi, non appena si evince l’emozione nell’esibirsi – quasi fosse la prima volta in scena – ci si rende conto d’esser davanti ad una personalità classica con un’anima rock. Proprio quest’ambivalenza determinata rende Allevi alla portata di tutti, quantomeno dinnanzi a uno schermo.


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