“Verso l’infinito e oltre!”: la celebre frase di Buzz Lightyear riecheggia in quanti abbiano seguito questa spassosa trilogia. Verso un’ulteriore livello di divertimento sono proiettati tutti coloro che assistono a questo secondo episodio, che anche in termini tecnici rappresenta uno step di evoluzione molto superiore al primo, non fosse altro che per il tempo passato e le evoluzioni dell’animazione 3D. Toy Story 2 ci riporta alle avventure di Buzz e Woody, questa volta alle prese con il passare del tempo, con collezionisti privi di scrupoli e giocattoli più interessati a finire in un museo che a divertire i bambini per i quali sono stati pensati. In seguito ad un incidente, Woody viene rapito da un collezionista che ha intenzione di venderlo ad un museo di Tokyo. Buzz, Mr. Potato, Slinky il cane a molla, Rex il dinosauro e Hamm il maialino salvadanaio si mettono alla sua ricerca, per recuperare l’amico prima del ritorno del padroncino Andy da una vacanza. Nel mentre, a casa del collezionista, Woody scopre dei retroscena del suo passato e conosce nuovi amici: il cavallo Bullseye, il minatore Stinky Pete e soprattutto la cowgirl Jessie. Convinto dai nuovi personaggi, e dalla vanità dello scoprirsi una grande star del passato, ad accettare il destino che lo attende nel museo di Tokyo, Woody dovrà attendere l’arrivo della banda capitanata da Buzz per capire ciò che veramente vuole: rendere felice il suo padroncino fino a che esso lo vorrà. Toy Story 2 riesce nella non facile impresa di superare il proprio predecessore nella costruzione di una storia che, nella sua semplicità di base, imposta abilmente riflessioni profonde su concetti complessi, andando a toccare temi come le prospettive di vita, la presa di coscienza e la consapevolezza di sé, l’invecchiamento, l’abbandono e, naturalmente, la rilevanza dei rapporti di amicizia nell’esistenza di ognuno di noi. Il tutto viene espresso inserendosi in una narrazione capace di divertire con gag e trovate comiche raffinate, citazioni filmiche “importanti”, come quella di Star Wars, una costruzione di momenti malinconici e sentimentali che raggiungerà la sua perfezione con WALL•E e Up (il racconto dell’evoluzione del rapporto fra Jessie e la sua padroncina è in questi termini straordinaria). La capacità dimostrata da Pixar di immaginare coerentemente il mondo con gli occhi dei giocattoli è eccezionale quanto l’abilità di sfruttare le caratteristiche di ognuno dei personaggi nel modo migliore per ottenere gli effetti voluti, da quelli comici a quelli commoventi. Infine, la precisione dei rimandi interni alla narrazione e al prequel, nonché quelli alla nostra realtà (come lo sfruttamento in termini di marketing di giocattoli come Woody e Buzz), l’ottima scelta dei tempi e la già citata profondità dei temi trattati fanno di questo film una perla non solo dell’animazione in computer grafica, ma del cinema moderno tout court.