Tra le creature mostruose che la fantascienza moderna abbia mai partorito, un posto d'onore è sicuramente riservato a Predator e ad Alien. Il primo vede la luce come protagonista-antagonista del film omonimo del 1987 con Arnold Schwarzenegger, e si presenta come il rappresentante di una tecnicamente evoluta razza aliena la cui attività principale è la caccia rituale. Per l'origine del secondo, invece, dobbiamo tornare addirittura al 1979, quando Dan O'Bannon e Ronald Shusett prima e H.R. Giger dopo lo plasmano per l'imminente capolavoro di Ridley Scott. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e, oltre ai seguiti cinematografici, Alien e Predator sono stati protagonisti di fumetti e videogiochi, fin quando il fumettista Randy Stradley non ideò un crossover tra i due universi fantastici che venne dato alle stampe tra il 1989 e il 1990. L'idea incontrò un notevole successo, tanto da ispirare diversi videogiochi e, infine, un adattamento cinematografico nel 2004, per mano di Paul S.W. Anderson. Il magnate dell'industria Charles Bishop Weyland (Lance Henriksen), gravemente malato, sente che la sua fine è ormai vicina. Insoddisfatto dei suoi successi commerciali, vuole essere ricordato per un'impresa memorabile. L'occasione arriva grazie ad un rilevamento satellitare, che permette di scoprire una misteriosa piramide nascosta sotto i ghiacci dell'Antartico. Weyland organizza così una spedizione riunendo i migliori specialisti del globo, ignaro della trappola centenaria a cui va incontro... Nonostante {a href='https://www.silenzioinsala.com/1024/alien-vs-predator/scheda-film'}Alien vs Predator{/a} vada chiaramente incontro più alle esigenze degli appassionati del cinema d'azione che a quelli della fantascienza e il tutto si presenti presto come un gioco al massacro, Anderson non tralascia alcuni spunti interessanti sull'interazione delle tre razze (umana, xenomorfa e Yautja) e tiene alta la tensione con espedienti semplici ma efficaci. In primis senso di claustrofobia e di impotenza dei protagonisti umani dovuto alla piramide-labirinto e in seconda, ma non meno importante, istanza alle due letali razze aliene. Con grande coerenza con gli universi narrativi originali, il film ci presenta in maniera appassionante e funzionale il titanico scontro tra le due razze, contornandolo di (co-)protagonisti umani un po' dozzinali ma relativamente carismatici. A questo proposito, la nota di colore per noi italiani è la presenza nel cast di Raoul Bova, qui nei panni di un archeologo italiano. E bisogna dire che, nonostante il livello infimo delle battute assegnategli (probabilmente le peggiori di tutto il film) il nostro italico alfiere se la cava più che bene, portando a casa probabilmente la migliore interpretazione della carriera. Anderson, dal canto suo, realizza un film di genere assai gradevole anche se non certo indimenticabile, il cui punto di forza è l'azzeccata rappresentazione delle due creature grazie anche ad un comparto tecnico degno di nota.