Presentato al Sundance film festival, Agnus Dei è il nuovo film di Anne Fontaine: la regista francese esplora con grazia e delicatezza il sottile confine tra fede e maternità all’interno di un contesto di per sé tragico. La abbiamo incontrata a Roma in occasione della presentazione del film assieme a Suor Carmen Sammut, Presidente dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali e a Lucetta Scaraffia, storica, giornalista e Professoressa di storia contemporanea presso La Sapienza. Il quadro storico in cui è ambientato il lungometraggio è quello della Seconda Guerra Mondiale e la regista, partendo da un evento realmente accaduto, ne ha abilmente romanzato il perimetro, arricchendolo di intrecci narrativi ulteriori. La storia è quella di Madeleine Pauliac, giovane medico della Croce Rossa Francese operante a Varsavia nel 1945, che aiutò a partorire un gruppo di suore rimaste incinte a seguito dell’incursione violenta, in convento, di una truppa di soldati sovietici. Anne Fontaine ha raccontato alla stampa di come le autorità si rifiutarono di divulgare quanto accaduto, lasciando i tragici fatti nel dimenticatoio. Tutt’ora non si conosce quale fu la reazione della Chiesa a tutto ciò. L’autrice, avendo a disposizione soltanto le informazioni rivenute dal diario del giovane medico e pochi approfondimenti di alcuni storici, ha sentito la necessità di inserirsi lei stessa all’interno della vita ecclesiastica per poterla osservare di persona. «L’incontro con il soggetto è stato determinante» dichiara la Fontaine, che avendo partecipato a diversi ritiri, si è detta molto colpita da quello che ha scoperto nella vita della comunità : c’è euforia, bisogno e una volontà di unione, di supportarsi nel quotidiano. La rigida disciplina vigente in queste comunità non ha precluso a queste donne di intessere tra loro relazioni umane, rivelando dubbi, tensioni e un intero cosmo che si è dimostrato essere tutt’altro che monodimensionale. È stata un’esperienza - dichiara la regista - che le ha permesso di tracciare una drammaturgia della vita, all’interno di un convento e di scoprire le diverse individualità delle sorelle. Nel film infatti sono ben distinguibili le diverse reazioni di queste donne alla gravidanza, c’è chi la rifiuta, chi se ne stupisce positivamente e chi in realtà l’aveva sempre attesa. Figlia di un’organista e cresciuta con le zie religiose, la regista ha sentito la necessità di raccontare questo mondo, fatto di persone reali con insicurezze e domande quotidiane sulla precarietà della fede. Agnus Dei non è un film su un'epoca, ma un racconto d’attualità . Un'attualità tragica, poiché di atti brutali come quello descritto nel film ne sono avvenuti molti negli anni e sembrano non cessare ai giorni nostri. La storica Lucetta Scaraffia ha approfondito questo tema citando alcuni eventi di simil natura, primo tra questi il caso dei cinque monasteri in Bosnia in cui suore incinte furono espulse. «Solo nel 1998, una suora, membro della congregazione è stata in grado di denunciare le violenze subite della donne all’interno della chiesa, per opera molto spesso degli stessi ecclesiastici» ha dichiarato Suor Sammut, intervenuta anche lei in conferenza stampa, incitando a non dimenticarsi delle donne e della loro importanza all’interno della chiesa, che sono tante ma spesso ciò viene dimenticato. «C’è tutto un mondo al femminile, un mondo di operaie molto importanti».