Scritto da Carlo Collodi nel 1881, Le avventure di Pinocchio - Storia di un burattino è una di quelle favole che, a grandi linee, tutti conosciamo. Un racconto di formazione, una parata di personaggi strampalati che, tutti insieme, intonano lo stesso messaggio: non metterti sulla cattiva strada! Probabilmente è anche il romanzo italiano più conosciuto all'estero: gran parte del merito va senza dubbio alla trasposizione animata di Walt Disney, datata 1940, ma anche alle innumerevoli versioni che popolano i generi più disparati.
Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini, la fantascienza di Pinocchio 3000, l'horror Bad Pinocchio, A.I. - Intelligenza artificiale di Steven Spielberg (e Stanley Kubrick). Avrebbe anche dovuto essere il primo film d'animazione prodotto in Italia (e, nel 1936, la prima traspozione in assoluto della storia), ma il progetto di Umberto Span e Raoul Verdini non fu mai completato per difficoltà produttive e mancanza di finanziamenti. Online è facile trovare molti disegni realizzati per questo film. Un vero peccato! Tutto ciò per dire che, quando Matteo Garrone annunciò di voler adattare per l'ennesima volta la nota favola, la notizia non colpì di certo per la sua originalità. Molti sono gli autori che ancora oggi stanno lavorando alla propria versione del racconto, dall'interpretazione dark di Guillermo DelToro all'ennesimo live-action Disney per la regia di Robert Zemeckis.
La storia è arcinota: Mastro Geppetto fabbrica un burattino di legno che d'un tratto prende vita, scappa di casa e imparerà sulla sua pelle (anzi, corteccia!) il prezzo di non ascoltare gli adulti.
Sin dalle prime immagini e dal trailer quello che colpì del Pinocchio di Garrone fu l'atmosfera. Il regista romano è sempre stato abilissimo a calare lo spettatore nel mood della storia, grazie anche a un occhio particolarmente acuto per scenografie e fotografia. Ne Il racconto dei racconti l'atmosfera di "fantasy-medioevale" è davvero autentica e molto diversa da ciò che siamo abituati a vedere sullo schermo; in Dogman la decadenza e lo squallore della storia e dei personaggi si riflettono nel quartiere dove si svolge la vicenda. Da questo punto di vista, nemmeno il Pinocchio di Garrone delude, anzi.
Il comparto visivo è sicuramente la carta vincente e più interessante di tutta l'operazione. Immerge lo spettatore in una sorta di universo parallelo, un limbo senza tempo sospeso a metà tra la nostra realtà e una molto più fantasy e grottesca.
Sono riconoscibilissimi i paesaggi a cui Collodi si ispira (e in cui è vissuto) ovvero la Toscana di fine '800, fatta di campi, cascine e le dolci colline della Maremma. La Toscana impregna anche i personaggi e, per una volta, dialetti e accenti non sono usati in modo caricaturale (persino Roberto Benigni dei panni di Geppetto rinuncia alla sua solita vena farsesca), ma per definire uno spazio/tempo ben precisi. Tutto ciò dona realismo e autenticità a una storia che, a poco a poco, lascerà spazio a elementi sempre più surreali. Animali antropomorfi prendono vita come se fossero mostri scappati da qualche freak-show: il Gatto e la Volpe (è un piacere trovare Massimo Ceccherini in un ruolo finalmente non stereotipato) sono forse quelli con il trucco meno marcato e più cartoonesco, ma il Grillo Parlante sembra uscito da un film horror (non a caso a interpretarlo è Davide Marotta, apparso in Phenomena e Demoni 2... l'incubo ritorna, ma anche l'alieno Ciribiribì nello spot Kodak!).
Dal punto di vista narrativo, Garrone recupera molti personaggi minori: la Lumaca, il Giudice Gorilla, il Corvo e la Civetta, il Tonno nello stomaco del Pescecane. O, ancora, i conigli neri che portano a Pinocchio una bara bianca, bramosi di rinchiuderlo dentro e seppellirlo vivo: una scena decisamente forte e poco adatta da presentare a un pubblico di bambini, eppure presente nel romanzo originale. Garrone la lascia lì, come ammonimento. Perché d'altra parte Pinocchio è questo: un ammonimento.
Il film che arriva sullo schermo è quindi una grande allegoria con un messaggio non troppo velato, che unisce in modo quasi impeccabile reale e fantastico come nella miglior tradizione fiabesca e prende per mano lo spettatore portandolo in un luogo che probabilmente già conosce, eppure è bellissimo ricoprire. Di sicuro questo Pinocchio è una delle migliori trasposizioni della storia di Carlo Collodi che ci capita di vedere da molto tempo a questa parte.
Genere: fantasy
Titolo originale: Pinocchio
Paese/Anno: Francia/Italia, 2019
Regia: Matteo Garrone
Sceneggiatura: Matteo Garrone, Massimo Ceccherini
Fotografia: Nicolai Brüel
Montaggio: Marco Spoletini
Interpreti: Alessio Di Domenicantonio, Davide Marotta, Roberto Benigni, Rocco Papaleo, Federico Ielapi, Gigi Proietti, Massimiliano Gallo, Massimo Ceccherini
Colonna sonora: Dario Marianelli
Produzione: Archimede, Le Pacte, Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 120'
Data di uscita: 19/12/2019