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Balto e Togo, la recensione del film di Brian Presley sui due leggendari husky

27/08/2020 11:00

Emanuela Di Matteo

Recensione Film, Film Avventura, Balto,

Balto e Togo, la recensione del film di Brian Presley sui due leggendari husky

La vera storia dei coraggiosi Balto e Togo, cani da slitta che hanno compiuto un'impresa impossibile

Leonhard Seppala (Brian Presley) era un pescatore norvegese che si trasferì in Alaska, per lavorare nelle miniere d'oro. Sposò una ragazza locale ed ebbe da lei una figlia. Dopo la morte prematura della giovane moglie, Seppala si ritrovò a fronteggiare nel 1925 un'epidemia di difterite, per la quale l'unica cura era un siero molto difficile da procurarsi, a causa dell'isolamento della città, collocata tra montagne e laghi ghiacciati. Anche la figlia di Seppala, insieme agli altri bambini, iniziava ad ammalarsi di questo morbo dagli esiti quasi sempre mortali. 

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Poichè l'uomo era diventato uno dei migliori musher, ovvero conducente di mute di cani da slitta, gli fu affidata l'impresa impossibile di andare a recuperare il medicinale attraversando terre ostili e ghiacciate, poichè nessun altro mezzo avrebbe potuto consentire di raggiungere in pochi giorni il siero. Lui e i suoi cani da slitta, divenuti celebri, Balto e Togo, leader della muta, si lanciarono in questa pericolosa impresa.

Questa è la premessa biografica per una storia vera in tutto e per tutto, che il protagonista - nonchè regista - Brian Presley, decide di raccontare. Poichè il cinema (di animazione) si era già ampiamente occupato della figura di Balto e solo recentemente - con il film uscito su Disney+ nel dicembre 2019 - dato risalto a Togo, che invece ebbe il merito maggiore, questa operazione poteva risultare interessante perchè forse più completa e veritiera. Si tratta, infatti, di una storia esemplare di speranza ma soprattutto di grande coraggio, che lega il destino dell'uomo a quello della natura e degli animali. E infatti, nella suggestiva premessa new age, la voce narrante colloca la vicenda in un tempo in cui la vita dell'uomo dipendeva da quella degli animali; allora,sacrificio e coraggio erano elementi essenziali alla sopravvivenza della collettività.

 

Detto questo, probabilmente Brian Presley avrebbe potuto tranquillamente continuare a interpretare i tanti ruoli che lo hanno contraddistinto egregiamente nel corso della sua carriera, senza dedicarsi a quello di regista. Nonostante le spiegazioni, infatti, complice un sonoro imperfetto, i nomi Seppala e musher si perdono nel bianco delle molteplici tempeste di neve, che non permettono bene di distinguere nè i due cani protagonisti nè le esatte vicende. In un mondo dove tutto è buono, giusto e adeguatamente retorico, le temperature durante le tempeste, tra i 40 e i 60 gradi sotto zero, ci vengono ossessivamente ripetute tra slow motion, cieli innevati e musiche commoventi. Ogni persona ha lo sguardo ispirato e gli occhi pieni d'amore e fede; se non prega o cura un bambino malato, ci informa della temperatura esterna. In un film di buoni sentimenti che parla di speranza, magari dedicato al pubblico dei più piccoli, non ci sarebbe nulla di male. Se non fosse che anche il più accanito cinofilo rischia di non capire quali sono i cani di cui si sta parlando e anche il bambino più intrepido corre il pericolo di addormentarsi.

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Come da manuale, c'è anche un cattivo, ma che in realtà è solo un "cattivino": un pilota di elicotteri che vorrebbe utilizzare la tecnologia per trasportare il siero. Ma l'elicottero non decolla, funziona male e la tecnologia appare inefficace e oziosa rispetto al coraggio virile dell'uomo, solo, che sfida la morte. La vicenda narrata sarebbe anche bella e il protagonista è in parte: ma il film aggiunge poco e, forse, qualcosa toglie alla chiarezza della vicenda che non rende giustizia neppure ai cani. E la sceneggiatura si perde, dileguandosi nebbiosa in mezzo ai tanti grigi delle tempeste di neve. Il film d'animazione del 1995 diretto da Simon Wells bastava, se non fosse per il fatto che ignorava il vero protagonista della storia, Togo, in favore del minore, Balto, che si beccava infatti il titolo.

 

I corpicini imbalsamati dei due cani, collocati in diverse località (uno a Cleveland e l'altro a Wasilla, in Alaska), avrebbero meritato un apologo migliore. Anche perchè il seguito della loro vita, dopo l'impresa eroica, non fu poi così felice. Tassidermia e statuetta in bronzo, a parte. Ma forse è questo il destino dei – veri – eroi: salvare vite e poi sparire. 


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Genere: avventura, drammatico

Titolo originale: The Great Alaskan Race

Paese/Anno: USA, 2020

Regia: Brian Presley

Sceneggiatura: Brian Presley

Interpreti: Brian Presley, Treat Wiliams, Brea Bee, Henry Thomas

Colonna sonora: John Koutselinis

Produzione: P12 Films

Distribuzione: Notorious Pictures

Durata: 83'

Data di uscita: 3/09/2020

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