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Genus Pan (2020): la recensione del film di Lav Diaz Miglior Regia Orizzonti a Venezia 77

20/09/2020 14:36

Samantha Ruboni

Recensione Film, Festival, Festival di Venezia, Venezia77, Lav Diaz, Film Filippine,

Genus Pan (2020): la recensione del film di Lav Diaz Miglior Regia Orizzonti a Venezia 77

Vincitore del premio Orizzonti come Migliore Regia, Lav Diaz dirige Genus Pan

Genus Pan è la storia di tre minatori che intraprendono un viaggio all’interno dell’isola che abitano e, di conseguenza, un viaggio dentro loro stessi. La Natura abbraccia sempre più i viaggiatori protagonisti, che cercano di raggiungere le proprie famiglie all’interno dell’isola. Il viaggio si trasforma in un vero e proprio cammino spirituale, attraverso confessioni, visioni e introspezioni. Genus Pan, fin dal titolo (Genere Pan), ci fa capire che il film è una riflessione sull’uomo come animale. Con le sue criticità e la sua violenza.

 

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Con l'avanzare del film e con lo scorrere delle conversazioni tra i protagonisti, la loro relazione si intensifica. Storie sepolte emergono dal passato e nella natura selvaggia - spettacolare, ma anche spietata - le regole della civiltà vengono a mancare: i tre camminatori si lasciano trasportare così dal suo fascino, dalla violenza e dalla spiritualità.Intanto, in sequenze alternate, personaggi che ancora non conosciamo ci spiegano le credenze e la storia dell’isola. 

Genus Pan è una riflessione sull’avidità umana, su cosa ci rende diversi dagli animali ma, ancora di più, su cosa ci rende uguali. L’immagine degli uomini che camminano, in questo senso, è una metafora perfetta. Lav Diaz ha dichiarato, in un’intervista, senza troppo pensarci che «l’uomo è un animale»​. Da qui è iniziata la realizzazione di Genus Pan che, come dice il regista, nasce dalla volontà di realizzare un film sugli animali.

Lav Diaz ha vinto il Premio Migliore Regia Orizzonti

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Ma Lav Diaz vuole anche parlarci delle battaglie della società filippina contemporanea, di ciò che è rimasto dell'eredità coloniale. Genus Pan è una storia collettiva di terrore e non appartenenza che esce allo scoperto dai racconti dei singoli, divenendo così memoria collettiva. Ancora una volta Lav Diaz entra nella mente umana con un film intenso e introspettivo. Come spesso accade nel cinema dell'autore filippino, il ritmo è calmo e la regia si prende tutto il tempo di cui ha bisogno. Unita al bianco e nero metallico della fotografia e a inquadrature spesso simili a se stesse, quella di Lav Diaz è una direzione fatta di silenzi e riflessione: Premio Orizzonti Migliore Regia alla 77esima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia.


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Genere: drammatico

Titolo originale: Lahi, hayop

Paese/Anno: Filippine, 2020

Regia: Lav Diaz

Sceneggiatura: Lav Diaz

Fotografia: Lav Diaz

Montaggio: Lav Diaz

Interpreti: Bart Guingona, Don Melvin Boongaling, Hazel Orencio, Joel Saracho, Nanding Josef, Noel Sto. Domingo

Colonna sonora: Lav Diaz

Produzione: Sine Olivia Pilipinas

Durata: 157'

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