Genus Pan è la storia di tre minatori che intraprendono un viaggio all’interno dell’isola che abitano e, di conseguenza, un viaggio dentro loro stessi. La Natura abbraccia sempre più i viaggiatori protagonisti, che cercano di raggiungere le proprie famiglie all’interno dell’isola. Il viaggio si trasforma in un vero e proprio cammino spirituale, attraverso confessioni, visioni e introspezioni. Genus Pan, fin dal titolo (Genere Pan), ci fa capire che il film è una riflessione sull’uomo come animale. Con le sue criticità e la sua violenza.
Â
Con l'avanzare del film e con lo scorrere delle conversazioni tra i protagonisti, la loro relazione si intensifica. Storie sepolte emergono dal passato e nella natura selvaggia - spettacolare, ma anche spietata - le regole della civiltà vengono a mancare: i tre camminatori si lasciano trasportare così dal suo fascino, dalla violenza e dalla spiritualità .Intanto, in sequenze alternate, personaggi che ancora non conosciamo ci spiegano le credenze e la storia dell’isola.Â
Genus Pan è una riflessione sull’avidità umana, su cosa ci rende diversi dagli animali ma, ancora di più, su cosa ci rende uguali. L’immagine degli uomini che camminano, in questo senso, è una metafora perfetta. Lav Diaz ha dichiarato, in un’intervista, senza troppo pensarci che «l’uomo è un animale»​. Da qui è iniziata la realizzazione di Genus Pan che, come dice il regista, nasce dalla volontà di realizzare un film sugli animali.
Lav Diaz ha vinto il Premio Migliore Regia Orizzonti
Ma Lav Diaz vuole anche parlarci delle battaglie della società filippina contemporanea, di ciò che è rimasto dell'eredità coloniale. Genus Pan è una storia collettiva di terrore e non appartenenza che esce allo scoperto dai racconti dei singoli, divenendo così memoria collettiva. Ancora una volta Lav Diaz entra nella mente umana con un film intenso e introspettivo. Come spesso accade nel cinema dell'autore filippino, il ritmo è calmo e la regia si prende tutto il tempo di cui ha bisogno. Unita al bianco e nero metallico della fotografia e a inquadrature spesso simili a se stesse, quella di Lav Diaz è una direzione fatta di silenzi e riflessione: Premio Orizzonti Migliore Regia alla 77esima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia.
Genere:Â drammatico
Titolo originale:Â Lahi, hayop
Paese/Anno:Â Filippine, 2020
Regia:Â Lav Diaz
Sceneggiatura:Â Lav Diaz
Fotografia:Â Lav Diaz
Montaggio:Â Lav Diaz
Interpreti: Bart Guingona, Don Melvin Boongaling, Hazel Orencio, Joel Saracho, Nanding Josef, Noel Sto. Domingo
Colonna sonora:Â Lav Diaz
Produzione:Â Sine Olivia Pilipinas
Durata:Â 157'