Donnie Darko torna in sala e noi cerchiamo di raccontare la storia di questo cult e di spiegarvi la sua (complicata) trama
28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi. Ecco quando il mondo finirà.
Film cult del 2001, Donnie Darko ha avuto fin dal principio vita non molto semplice. Richard Kelly, all’epoca, è un regista 26enne al suo esordio cinematografico. Non tutti sanno che è grazie a Drew Barrimore, che nel film interpreta la professoressa Karen Pomeroy, che il film riesce ad arrivare in sala: l'attrice elargisce un finanziamento di 4 milioni e mezzo di dollari, attraverso la sua società di produzione Flower Films, e Donnie Darko diventa realtà. Viene realizzato in 28 giorni, esattamente come quelli che ci portano alla fine del mondo nel film.
Donnie Darko esce nei cinema USA nell'ottobre 2001: per una spiacevole coincidenza, arriva nelle sale solo una manciata di settimane dopo l’11 settembre 2001, attentato alle Torri Gemelle. Gli spettatori, ancora scossi dall’accaduto, non erano certo propensi a vedere un film la cui trama si basa proprio su un disastro aereo. Indovinate chi è intervenuto per convincere la Newmarket a far uscire il film nelle sale? Christopher Nolan. Richard Kelly racconta che, dopo il successo di Memento, Nolan partecipa alla proiezione per la Newmarket: Donnie Darko gli piace così tanto che, a fine visione, è il primo a intercedere con i distributori perchè il film abbia un posto nei cartelloni cinematografici.
Nonostante gli aiuti preziosi, film al botteghino è un flop: l'incasso è di appena 500mila dollari, a fronte di un budget di produzione di 6 milioni di dollari. Eppure questo non è la fine di Donnie Darko, ma solo l’inizio. A salvare il film è il passaparola, che lo porta ad avere una seconda possibilità con l’home video. Il successo di vendite è tale che nel 2004 la Newmarket decide di rilasciare la director’s cut e nello stesso anno il film viene portato al Festival di Venezia nella sezione Venezia a mezzanotte.
Una volta per tutte: di che cosa parla Donnie Darko
La chiave del successo di Donnie Darko è il mix tra teen drama e fantascienza. Kelly come ispirazione al film prende il teen movie per eccellenza, The Breakfast Club, mixandolo con le atmosfere angosciose e complicate di Twin Peaks. Kelly ci aggiunge poi le rivisitazioni di celebri teorie scientifiche, come la Teoria dei Ponti di Einstein-Rosen: essenzialmente, si tratta di una sorta di “scorciatoia” da un punto dell’universo a un altro, che permette di viaggiare più velocemente della luce. I wormhole connetterebbero gli universi e, nel caso di Donnie Darko, conducono le persone verso le loro azioni.
Esempio è quando Donnie, seguendo il warmhole che esce dalla sua pancia, arriva alla pistola nella stanza dei suoi genitori. Questa sorta di predestinazione per Donnie si concretizza anche in Frank, che andremo poi a scoprire essere stato creato da Donnie stesso proprio con la pistola dei genitori. Quindi, le azioni che Donnie compie dettate da Frank e dai wormhole che escono dai corpi servono affinchè la dimensione parallela di 28 giorni non collassi; deve infatti esserci sempre un equilibrio tra dimensione parallela e dimensione reale.
Donnie Darko ritorna al cinema il 3 giugno
nella versione director's cut
Un wormhole più grande, invece, è quello che ha dato la nascita di questa seconda dimensione in cui Donnie vive per 28 giorni, 6 ore, 42 minuti e 12 secondi. La seconda dimensione nasce il 30 ottobre 1988, data della fine del mondo, ma la fine riguarda solo la seconda dimensione visto che è la data del suo collasso. Nella stesso giorno muore Gretchen, che viene investita da Frank, che viene a sua volta ucciso da Donnie. La data è il limite di sopravvivenza dell’universo parellelo e motivo per cui, lì, è la fine del mondo. Il finale riguarda, da ultimo, il collasso dell’universo che non dovrebbe esistere. In quella data il motore dell’aereo, dove viaggiano la madre e la sorella di Donnie, si stacca e entra in un wormhole che lo fa viaggiare nel passato, fino al 2 ottobre 1988, nella camera di Donnie, data in cui lui in realtà dovrebbe morire. È il sacrificio di Donnie, la predestinazione.
Donnie vive in una dimensione parallela per 28 giorni in un universo tangente, guidato da Frank. Donnie vive nella cittadina di Middlesex, una sorta di non-luogo abitato da personaggi che recitano un ruolo nella loro esistenza. È una cittadina ipocrita e borghese, fondata sul perbenismo. Donnie è l’unico che vive al di fuori di questo microcosmo. Grazie ai suggerimenti di Frank, Donnie, attraverso il vandalismo, porterà alla luce le bugie e gli scheletri nell’armadio di una città che si crede perfetta, anestetizzata da falsi profeti e da un sistema educativo bigotto.
Il viaggio di Donnie è mascherato e destabilizzato dalla sua schizofrenia.
A una prima visione, oppure semplicemente da un punto di vista diverso, Donnie Darko potrebbe essere persino un parto della mente, sotto effetto di farmaci (infatti Frank appare quando Donnie prende le pillole), del protagonista. È però evidente che Kelly nel suo film voleva denunciare la società e l’educazione statunitense, il male di vivere di un adolescente costretto a rapportarsi con i bigotti, borghesi e perbenisti statunitensi. E lo fa in un maniera originale, intrigante che ancora oggi ci permette di partorire ipotesi e spiegazioni di una trama complessa e densa, fatta di riferimenti fisici e filosofici.
Richard Kelly con il suo complicatissimo, affascinante film, ha contribuito alla storia della sci-fi cinematografica, ma anche dei teen movie, realizzando un cult.
Weirdo è il podcast di Samantha Ruboni sui film strani. In ogni puntata racconta i titoli più weird e complessi del cinema recente, quei film che quando li finisci dici: "cos'ho appena visto?". Per ascoltarlo cliccate qui.