Tratto dall’omonimo romanzo di Honorè de Balzac, Illusioni perdute è la storia di un giovane scrittore in erba, Lucien (Benjamin Voisin). Ma non solo: è una storia di fortuna, di soldi, di tradimenti e vendette. Di quanto ci voglia un attimo per perdersi nel baratro e cascare giù.
Il romanzo di Balzac è un’opera per nulla facile, divisa in tre parti, scritte tra il 1820 e il 1830; un testo che fa parte della raccolta intitolata La commedia umana, completata tra il 1799 e il 1850. Balzac vuole descrivere in modo esauriente la cultura e la società che lo circonda, cercando di racchiudervi tutta la sua epoca.
È normale che, prendendo come base un'opera così imponente, anche il film di Giannoli risulti impegnativo, difficile per lo spettatore e apparentemente estemporaneo.
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Ma Illusioni perdute, prima ancora che essere un film storico elegante e bene interpretato, è un’opera profondamente contemporanea.
La riproposizione cinematografica di Xavier Giannoli rimane fedele al romanzo di origine nel modo di narrare - una prima persona che scopriremo essere il personaggio di Raoul Nathan, interpretato da Xavier Dolan - e in una regia classica, che ci ricorda il grande romanzo ottocentesco ma anche il cinema del passato.
Il protagonista è Lucien, che sogna di lasciare le campagne francesi di cui è originario per sfondare come poeta a Parigi.Â
lnizia quindi una scalata sociale, molto difficile, tra amori segreti e ostacoli di ogni tipo. Finchè Lucièn non conosce Étienne ed entra in contatto con la stampa liberale: ma anche quando viene inserito in quella cerchia di intellettuali di cui tanto voleva far parte, non gli basta; tradisce i suoi migliori amici, verrà a sua volta tradito da loro e cadrà nell’abisso più profondo. Da questa esperienza, imparerà cosa vuol dire essere disillusi e abbandonare i propri sogni e ingenuità .
Illusioni perdute è una riflessione cinica e spietata sulla vita, sull’arte, ma anche sul giornalismo e sulla pubblicità : la storia è talmente moderna che, a tratti, i dialoghi sembrano usciti da Mad Men.
La riflessione sul mondo intellettuale di artisti e scrittori, ma anche della critica, è al centro del film come lo era del romanzo di Balzac. Destinata a diventare un cult è la sequenza notturna in cui Étienne ci insegna come demolire un’opera.
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In pochi minuti (prima) Balzac e (poi) Giannoli, ci fanno capire quale sia il potere della critica e quanta la sua capacità di cambiare le sorti di vite intere. Un insegnamento che arriva fino a noi e che ci insegna molto del mondo e della società che stiamo vivendo.
Impariamo come un critico, a seconda del suo parere e punto di vista, possa cambiare la prospettiva del pubblico sull'opera che viene analizzata: e viene da chiederci se, effettivamente, sia l’opera d'arte oggetto di giudizio oppure il critico stesso. Da quello che Giannoli e Balzac sembrano volerci dire, il dubbio è legittimo.
L’artista ha bisogno di buone recensioni o di possedere il denaro sufficiente a comprare ottime critiche? È la ricchezza a fare la differenza tra i fischi e gli applausi, tra la fama o l'oblio? Se così fosse, l'arte sarebbe davvero un'illusione, la stessa che nel caso del protagonista del film di Xavier Giannoli è perduta.Â
Genere:Â drammatico
Titolo originale:Â Illusions perdues
Paese, anno: Francia, 2021
Regia:Â Xavier Giannoli
Sceneggiatura:Â Xavier Giannoli
Fotografia:Â Christophe Beaucarne
Montaggio:Â Cyril Nakache
Interpreti: Alexis Barbosa, André Marcon, Arnaud de Montlivaut, Aurélia Frachon, Benjamin Voisin, Cécile De France, Gérard Depardieu, Jean-François Stévenin, Jeanne Balibar, Louis-Do de Lencquesaing, Marie Cornillon, Mathieu Cayrou, Michèle Clément, Morgane de Vargas, Raphaël Magnabosco, Saïd Amadis, Salomé Dewaels, Szandra Deáky, Vincent Lacoste, Xavier Dolan
Produzione: Curiosa Films, France 3 Cinéma, Gaumont
Distribuzione:Â I Wonder Pictures
Durata:Â 141'