«Fuck you Serge Gainsbourg». Comincia con queste parole, pronunciate da Jane Birkin durante un concerto a Tokyo, il film che sua figlia Charlotte Gainsbourg le ha dedicato. Jane par Charlotte ci prova subito a sgomberare il campo da quel cognome troppo ingombrante: nominato altre volte affettuosamente, Serge Gainsbourg comparirà infatti solo qualche istante, in un filmato di famiglia.
La sua casa parigina al 5 di rue de Verneuil, con i ricordi di quegli anni di ebbrezza ininterrotta, è invece uno dei luoghi cardine (Charlotte Gainsbourg inaugura, proprio in questi giorni, l’apertura al pubblico della casa museo). Tanto che il film stesso, privo di un suo centro, sembra cercarvi proprio lì un posto dove fermarsi.
Parte dal Giappone, ritorna a Parigi, riparte per New York; in mezzo fa tappa negli studi di posa, dove Charlotte chiacchiera con la madre mentre la fotografa.
Jane par Charlotte, che già nel titolo paga il dazio a Jane B. par Agnès V., cerca un proprio stile per affrancarsi dall’ingombro delle sue figure. Agnès Varda, inarrivabile anche come fotografa, raggirava l’ostacolo addirittura con uno specchio che rifletteva la sua immagine; della fotografa (come la sorellastra Kate, morta suicida) Charlotte Gainsbourg si assume nel film il ruolo, ma poi ruba la scena a Jane Birkin anche quando non vorrebbe.
Era lei la “bambina misteriosa e segreta” che attraeva e intimoriva la madre («Posso toccarti il seno?» le chiede Jane) e ancora di più (troppo?) il padre, che nel 1986 girò quel Charlotte forever per molti indecente. Figlia di due autentiche icone di stile negli anni '70, erede a sua volta di un carisma anche fonte di disagio, Charlotte Gainsboug si cimenta dietro la macchina da presa con un lavoro ancora debole e incerto.
Un documentario nel presente che, senza fermarsi ai ricordi, cerca un contatto - visivo, fisico ed emotivo - con la sua protagonista: Jane par Charlotte, ma anche il contrario, o addirittura Charlotte par Charlotte, perchè Jane Birkin finisce per restare sempre all’ombra della figlia (e dell’ex compagno).
Charlotte Gainsbourg si nasconde dietro la sua macchina fotografica con in testa Warhol e Mapplethorpe (con la cui musa, Patti Smith, ha una curiosa somiglianza): trova sì qualche buona immagine, ma mai quella decisiva.
E non va meglio quando la scrittura prende il posto delle immagini, come nel suo monologo finale. C’è anche qualche bel momento, come quello in cui cantano insieme, ma resta tra madre e figlia una distanza che il film non riesce a colmare.
Genere: documentario
Titolo originale: Jane par Charlotte
Paesea, anno: Francia, 2021
Regia: Charlotte Gainsbourg
Sceneggiatura: Charlotte Gainsbourg
Fotografia: Adrien Bertolle
Montaggio: Anne Person, Tianès Montasser
Interpreti: Charlotte Gainsbourg, Jane Birkin, Jo Attal
Produzione: Deadly Valentine, Nolita
Durata: 86'