Denti da squalo, il debutto al cinema di Davide Gentile è stato tutt’altro che discreto, tra i grandi numeri della casa di produzione di Gabriele Mainetti e un’accattivante “storia da mare”. La sceneggiatura di Valerio Cilio e Gianluca Leoncini, vincitrice del premio Solinas, è stata proposta da Mainetti stesso al regista, insieme all’attrice Virginia Raffaele.
Il protagonista del film è Walter, un ragazzino di 13 anni che deve affrontare la crescita ed elaborare il lutto della morte del padre tra le borgate e i lidi nazionalpopolari di Roma.
Le tracce del genitore defunto, conducono il giovane ribelle a una sontuosa villa abbandonata, nella cui piscina si trova un vero squalo che nuota indisturbato. Walter non è l’unico a essere attratto dal fascino oscuro della dimora e qui, infatti, conosce Carlo, autoproclamatosi custode.
I due insieme vivono diverse avventure e commettono piccoli furtarelli per sfamare il predatore, all’ombra di strade dominate da gangster che non hanno ancora peli sul petto, e altri di cui la sola leggenda basta a far presenza.
Inserire nella narrazione un animale così feroce e ingombrante risulta davvero inconsueto per una produzione italiana. Ma se c’è una cosa che la Goon Films ci ha insegnato in questi anni è che non ci sono limiti che l’immaginazione non possa abbattere in nome dell’arte, siano essi effetti speciali da oltre oceano o budget esorbitanti.
Lo squalo dal corpo ferito e pieno di cicatrici non è il vero protagonista del film, ed è riduttivo classificarlo semplicemente come la proiezione di Walter.
L’animale è la metafora di tutta la vicenda: della paura che provano gli altri nei confronti del più grande predatore dai denti affilati, requisito indispensabile per affrontare la vita. Altra metafora che accomuna il mondo criminale e quello marino è espressa in una riflessione del fantasma del padre di Walter: ritirarsi per ritrovare la libertà persa, proprio come lo squalo che nuota in cattività dentro a una casa piena di armi.
Le fiabe e le storie popolari fanno continuamente capolino in una narrazione così elementare ma potente, tale da appartenere a una qualunque favola dell’infanzia. I riferimenti sono iconici, da Calvino a Twain, ma qui si parla di un racconto di formazione al contrario.
Il piccolo protagonista rappresenta una fretta di crescere che genera scontri con la madre e dissapori, e che solo tornando al suo ruolo di bambino a giocare con le onde, può ritrovare la pace persa. Trasmettere tutto ciò non sarebbe stato possibile senza il sorprendente Tiziano Menichelli, anche lui al suo esordio, scoperto dal regista mentre giocava con lo skateboard a una festa di compleanno.
Nel momento di rottura tra l’infanzia e l’adolescenza del protagonista si trova la madre, Rita, un’intensa e inedita Virginia Raffaele che fa tutt’altro che ridere ma piuttosto commuovere. Tra i vestiti del marito morto da lavare per poterli donare puliti, i turni al ristorante e i rapporti conquistati a forza di piatti succulenti, resta disarmata e sola ad affrontare la furia del figlio ribelle.
Davide Gentile torna dall’Inghilterra dopo nove anni di cortometraggi: l’unione tra la sua acquisita cultura pop internazionale e l'apporto immaginifico di Mainetti risulta davvero vincente, in grado di donare al film la giusta dose di spettacolarità e i toni caldi di un’estate tirrenica. La simbologia, però, ricorda molto quella presente in Lo Chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out: semplice ma dirompente, come un film d’animazione o un graphic nove, regala alla narrazione efficacia.
Lo squalo, la bicicletta, le canzoni da pirata, i maritozzi, le pistole incise uguali, il pallone della Roma, i libri da inscatolare, la crostata della madre, persino i pesci rubati dall’acquario hanno un significato immediato e potente, dentro una cornice in cui niente è lasciato al caso ma è un piccolo tassello per formare una più grande immagine in cui lo squalo che nuota libero.
In un finale pieno di tenerezza ci si libera dal lutto, riconciliandosi con la figura del defunto padre, nello stesso mare in cui all’inizio Walter si bagna i piedi ancora vestito di nero. Tra l’ansia di crescere troppo in fretta e la consapevolezza di dover affrontare dolori da adulto, tra la paura e il rispetto, proprio lì si trova l’amore, il vero motore della vicenda che muove Walter verso sua madre, verso Carlo ma soprattutto verso lo squalo.
Genere: drammatico
Paese, anno: Italia, 2023
Regia: Davide Gentile
Interpreti: Claudio Santamaria, Edoardo Pesce, Virginia Raffaele, Tiziano Menichelli, Stefano Rosci
Sceneggiatura: Valerio Cilio, Gianluca Leoncini
Fotografia: Ivan Casalgrandi
Montaggio: Tommaso Gallone
Musiche: Michele Braga
Distribuzione: Lucky Red
Produzione: Goon Films, Lucky Red, Ideacinema con Rai Cinema, in collaborazione con Prime Video
Durata: 104'
Data di uscita: 8 giugno 2023