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Rodeo (2023), la recensione del film di Lola Quivoron: il ritratto di una vagabonda appassionata di motociclet

06/07/2023 16:00

Mattia Salvi

Recensione Film, Film Drammatico, Film Francia, Lola Quivoron, Antonia Buresi, Julie Ledru,

Rodeo (2023), la recensione del film di Lola Quivoron: il ritratto di una vagabonda appassionata di motociclette

Con protagonista assoluta l’esordiente Julie Ledru, Rodeo è il ritratto di una giovane vagabonda appassionata di motociclette.

Presentato in concorso a Cannes nella sezione Un Certain Regard e vincitore al Festival del Cinema di Torino del premio speciale della giuria e del premio come miglior attrice protagonista, Rodeo, il primo lungometraggio di Lola Quivoron, esce nelle sale italiane dal 6 luglio. 

 

Con protagonista assoluta l’esordiente Julie Ledru, Rodeo è il ritratto – a momenti onirico – di una giovane vagabonda appassionata di motociclette. 

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La vita di Julia (Julie Ledru) non è tra le più semplici. Orfana di genitori e con un fratello poco interessato a lei, la ragazza conduce una vita solitaria e piuttosto sbandata. Dal carattere spiccatamente burbero, Julia trova una sua dimensione soltanto quando ha tra le mani una motocicletta. Questa passione, così forte da convincerla non poche volte a rubarne qualcuna a facoltosi proprietari, la porta un giorno a partecipare a un rodeo: una gara clandestina urbana dove entra in contatto con i B-More. 

 

Meccanici, motociclisti e ladri di professione, questi centauri comandati dal giovane Kais (Yanis Lafki) e soprattutto dal dispotico Domino (Sébastien Schroeder) introducono Julia in un mondo pericoloso e crudele, dove è estremamente difficile sopravvivere. 

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Soltanto Ophélie (Antonia Buresi) e il piccolo Kylian (Cody Schroeder), rispettivamente madre e figlio di Domino, rappresentano per la protagonista una possibile scappatoia; un disperato tentativo di fuggire da una realtà di miseria.

Che Quivoron abbia conservato l’occhio della documentarista lo si nota sin dalle primissime inquadrature. 

 

Infatti, anche dopo aver girato con Antonia Buresi – che in Rodeo ricopre solo i panni di attrice – l’interessante documentario Headshot: Roulette russe, permane nella regista francese il desiderio di raccontare con un sapiente uso della macchina da presa le nuove generazioni. Il loro sguardo, le loro prospettive, i loro sogni. 

 

Si può difatti affermare senza ombra di dubbio che Rodeo centra pienamente il bersaglio quando l’attenzione si focalizza su alcune sottotrame dirette in modo marcatamente realistico: la sopravvivenza squattrinata di Julia, lo spiccato spirito di fratellanza che contraddistingue i B-More, le difficoltà di una madre costretta a crescere da sola il figlio avuto con un boss. 

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Sono questi tanti piccoli ma assai importanti fili narrativi che la sceneggiatura curata dalla stessa Quivoron porta avanti in modo discreto per quasi tutta la durata del film, consentendo a Rodeo di raccontare qualcosa che ad esempio Francois Truffaut aveva delineato perfettamente con i suoi Quattrocento colpi: l’immensa passione con cui un giovane può perseguire la libertà, assaporandola anche nelle condizioni più avverse. 

 

Perché Julia, interpretata da una sorprendente Julie Ledru, pur se braccata dai vincoli della criminalità e della povertà più limitante, prova un piacere senza eguali quando monta sulla sella di una motocicletta. Che sia sua o di qualcun altro non importa: sprintare anche solo per un centinaio di metri lungo un rettilineo vale per lei qualsiasi rischio. Non soltanto la galera.

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Se Rodeo dà il meglio in sé quando riprende modalità e stilemi desunti dal racconto documentaristico, è invece quando ricorre ad un certo lirismo che presenta alcune crepe significative. Tralasciando alcune sezioni della parte centrale non molto approfondite – la ristretta durata di 90 minuti di certo non ha aiutato -, è sul finale che il film risulta purtroppo altamente depotenziato. 

 

Come se tutta la poesia creatasi fino a quel momento attraverso il racconto senza filtri della realtà svanisse sin troppo rapidamente con l’utilizzo impacciato di un altro tipo di poesia. Più evanescente, fuori contesto; un manierismo di natura stilistica che per fortuna non fa molti danni nella prima oretta, ma che risulta quasi insostenibile nelle ultime scene. 

Nonostante ciò, Rodeo resta un film godibile dall’inizio alla fine, impreziosito da un’interpretazione – quella della giovanissima Julie Ledru – davvero difficile da dimenticare.


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Genere: drammatico

Titolo originale: Rodéo

Paese, anno: Francia, 2022

Regia: Lola Quivoron

Sceneggiatura: Antonia Buresi, Lola Quivoron

Fotografia: Raphaël Vandenbussche

Montaggio: Rafael Torres Calderon

Interpreti: Ahmed Hamdi, Antonia Buresi, Brice Straehli, Chris Makodi, Cody Schroeder, Dave Nsaman Okebwan, Gianni Caira, Julie Ledru, Junior Correia, Louis Sotton, Mohamed Bettahar, Mustapha Dianka, Quentin Arizzi, Sébastien Schroeder, Yannis Lafki

Produzione: CG Cinéma

Distribuzione: I Wonder

Durata: 104'

Data di uscita: 06/07/2023

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