Un colpo di fortuna - Coup de Chance (2023), la recensione: il 50esimo film di Woody Allen è una commedia francese

La vita è scandita da scelte, da duro lavoro e da quel “colpo di fortuna” che in un giorno come un altro ti sfiora prima di andare a lavoro. Anche se a volte il coup de chance non è altro che quel ragazzo del liceo che, rincontrandolo dopo anni, rivela di essere sempre stato innamorato di te.

Inizia proprio così il cinquantesimo film di Woody Allen. Fanny (Lou de Laâge) è incastrata in un matrimonio vetrina con il business man Jean (Melvil Poupaud): lui rende i ricchi più ricchi, lei lavora in una casa d’aste. E così, mentre viene gridato un «Aggiudicato!», la sorte della donna è segnato: sarà una moglie trofeo annoiata nella casa in campagna, destinata a indossare gioielli troppo pesanti per la sua anima ancora troppo giovane.  

Alain capisce che deve tenersela stretta, che non può lasciarla scappare di nuovo. Mente a Fanny, con lui, torna in mente un tempo passato; quando indossava il dolcevita nero e la cartella in pelle a tracolla, una vita dimenticata e sepolta sotto il lusso e il prestigio del suo secondo matrimonio. 

In mezzo a una poesia di Prevért e alla lettura del manoscritto di Alain, (ri)nasce una connessione profonda accompagnata da piani sequenza che descrivono una passione mai addormentata.

Coup de chance è stato presentato fuori concorso all’80ª Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, primo film realizzato da Woody Allen in lingua e con cast francese. Molti degli interpreti li ricordiamo perchè presenti nella filmografia di Xavier Dolan, come Niels Schneider, presente in J’ai tué ma mère e Les amours imaginaires.

Vittorio Storaro è per la quinta volta il direttore della fotografia di un film di Allen, in grado di scombussolare le tinte della pellicola. I colori caldi (prevalentemente il giallo, che cerca di inglobare tutta la scena) segnano la prima parte della commedia; quella in cui Fanny, innamorandosi, crede che andrà tutto bene e che la fortuna sta giocando dalla sua parte. Le tonalità cambiano nel secondo tempo, quando la moneta viene lanciata in aria e - come accadeva in Match Point - l'amore svela la sua altra faccia, raffreddandosi. 

E, come in Blue Jasmine la realtà investe la vita di Fanny decretando in Jean il vero vincitore. Sebbene dovevamo aspettarcelo, la domanda è lecita: è lui a essere nato con la camicia oppure l’ha cucita con il sangue altrui? Come lo stesso Jean dichiara, la fortuna va costruita come tutto nella vita. I due uomini, i due contententi di Fanny, giocano con il caso e con il destino, forse con un pizzico di karma.

Il regista si guarda indietro strizzando l’occhio ai suoi capolavori - tra cui l’esemplare Manhattan - ma saluta anche i suoi più recenti come Scoop: caso, amore e crimini. Da questo mix riuscito origina una commedia di gusto francese che sorprende e diverte lo spettatore utilizzando la solita ironia alleniana.