Tim Burton, perseguitato dai fantasmi dei suoi ultimi lavori, ritorna a Lydia Deetz per raccontarsi nel suo nuovo film Beetlejuice Beetlejuice. Fin dai titoli di testa, il lungometraggio - film d’apertura dell'81esima Mostra del cinema di Venezia - inganna lo spettatore facendolo svolazzare per le strade di Winter River, proprio come nel primo film. Ma l’effetto nostalgia dura poco: il sequel di Beetlejuice è del tutto originale.
Lydia è la protagonista indiscussa: avendo ancora il potere di vedere i fantasmi, sfruttata dal suo manager nonché amante, diventa la presentatrice di un programma televisivo sulle case infestate.
Da goth girl incompresa si trasforma in una madre ingombrante che l’adolescente Astrid rifiuta, credendola non solo un’imbrogliona ma anche poco presente come genitore. Questo film non parla di morti, parla della vitalità dei personaggi e ogni dettaglio sembra gridarlo.
Catherine O’Hara riveste i panni della sua Delia Deetz, forse anche meglio rispetto al suo film precedente, rendendola più carismatica che mai; Michael Keaton (Beetlejuice) interpreta il bio-esorcista come se lo avesse direttamente riportato dal passato. Astrid (Jenna Ortega) è lo specchio nel quale Lydia (Winona Ryder) non vuole guardarsi, poiché la costringe continuamente a parlare con i vivi invece che con i morti.
Affianco ai pilastri del cinema di Tim Burton, troviamo Delores (Monica Bellucci) che è l’incarnazione di tutte le donne del mondo burtiano (un chiaro riferimento a La Sposa Cadavere e alla Sally di Nighmare before Christmas); e Wolf Jackson (Willem Dafoe) l’elemento chiave volto alla critica verso l’industria cinematografica. Due personaggi-metafore che, insieme a Jeremy e al manager di Lydia, arricchiscono fin troppo la storia rendendola esageratamente complessa con addirittura più antagonisti e sottotrame.
A Beetlejuice, allora, non resta che il ruolo di aiutante dei Deetz volto a riportare Astrid nel regno dei vivi.
Il film scorre velocemente tra mondo dei vivi e mondo dei morti alternando musica dei Bee Gees e Donna Summer a citazioni dostoevskijane. Meno grottesco e più equilibrato rispetto al suo predecessore, il film intrattiene e diverte elaborando, allo stesso modo, i traumi di Lydia che rimane legata indissolubilmente al suo passato.
Tim Burton non dirige un sequel ma una conversazione con il suo alter ego Lydia.
Nel primo film, l’adolescente outsider era la proiezione del regista ma come ha affermato Burton stesso in conferenza stampa a Venezia: «Mi sono sentito come il personaggio di Lydia nel film, quando si invecchia la vita può prendere direzioni diverse da quelle previste e forse pure io mi ero un po' perso».
Il ritorno a Beetlejuice, quindi, è stato un percorso catartico in cui il development di Lydia forse era quello di Tim. Così, alla fine, quando la nostra protagonista guarda in macchina, rompendo la quarta parete, afferma che «Ho passato così tanto tempo a parlare con i morti che ora è giunto il tempo di vivere». Questa è solamente la consapevolezza del suo Creatore che finalmente si è liberato delle aspettative altrui realizzando un film in cui si è solamente divertito.
Genere: commedia, fantasy, horror
Paese, anno: USA, 2024
Regia: Tim Burton
Sceneggiatura: Alfred Gough, Miles Millar
Fotografia: Haris Zambarloukos
Montaggio: Jay Prychidny
Interpreti: Catherine O'Hara, Christopher C. James, Filipe Cates, Gianni Calchetti, Jenna Ortega, Juliana Yazbeck, Justin Theroux, Leah Perkins, Michael Keaton, Monica Bellucci, Sean, Tim Kavanagh, Travis Campbell, Willem Dafoe, Winona Ryder
Colonna sonora: Danny Elfman
Produzione: Plan B Entertainment, The Geffen Company, Tim Burton Productions, Tommy Harper Productions, Warner Bros.
Distribuzione: Warner Bros.
Durata: 104'
Data di uscita: 05/09/2024