Vedere l’intera filmografia del prolifico regista coreano Hong Sang-soo non è facile: attivo dal 1996, dirige uno o due film ogni anno, per un totale di oltre trenta regie all'attivo. Pochi dei suoi film, però, sono stati distribuiti in Italia; si ricordano in particolare un paio di collaborazioni con Isabelle Huppert, In Another Country del 2014 e Una viaggiatrice a Seoul portato nelle sale italiane da Minerva qualche mese fa.Â
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Ci si imbatte molto più spesso nei suoi lavori se si frequentano alcuni festival: all'estero, è un habitué della Berlinale e del Locarno Film Festival (comparendo spesso anche nell'elenco dei premiati); in Italia, è stato mostrato più volte all'Asian Film Festival di Roma, l'evento che ha permesso finalmente di vedere anche in Italia By the Stream (Suyoocheon), che a Locarno 77, nell'agosto 2024, pur presentato proprio in chiusura della competizione, aveva convinto la giuria guidata da Jessica Hausner ad assegnare uno dei due premi "gender neutral" per la recitazione a Kim Min-hee, compagna del regista e sua frequente collaboratrice da molti anni.

Capire il cinema del regista coreano Hong Sang-soo
Hong riesce a realizzare così tanti film perché si affida a un sistema collaudato: sono opere a basso budget, in cui i dialoghi sono preponderanti (non senza una dose di improvvisazione) e le efficaci riprese vengono realizzate in modo piuttosto scarno e veloce, infine si affida quasi sempre a pochi attori con i quali instaura un rapporto di fiducia reciproca. Il suo è un cinema all'apparenza semplice, forse persino ripetitivo se si considera che gran parte delle scene che gira sono nient'altro che due o più persone che parlano tra loro; ma vengono rappresentate quel tipo di situazioni, anche del tutto comuni, che dopo un primo livello di lettura superficiale spingono gli spettatori a pensare, ripensare, e ripensare ancora agli strani casi della vita cui hanno assistito, sempre più sofisticati di quanto possa sembrare alla prima impressione.

Di che cosa parla By the Stream
La storia di By the Stream si svolge in ambiente universitario. La docente Jeonim (Kim Min-hee) ha bisogno dell'aiuto dello zio Sieon, con un passato da attore, che non vede da molto tempo (Kwon Hae-hyo): ha necessità di trovare rapidamente qualcuno che prepari un'esercitazione per le sue studentesse, in vista di un festival di teatro ormai imminente, dopo avere dovuto cacciare il giovane autore che se ne stava occupando ma nel frattempo si era imbarcato in relazioni sentimentali contemporanee con tre delle attrici.Â

Gran parte del film è basato su una successione di conversazioni.
 A metterle in scena, in varie combinazioni, sono la nipote e lo zio, le studentesse, l’autore teatrale ignominiosamente allontanato ma tutt'altro che domo, la supervisora e amica della protagonista che ne ammira lo zio e fa di tutto per conoscerlo. L'impostazione teatrale viene naturale, poiché qui il teatro del palcoscenico non è altro che una parte del teatro della vita in cui ognuno ha il suo ruolo da portare avanti; ma non mancano alcuni momenti di silenzio riflessivo, in particolare quando Jeonim si ferma sulle sponde di un ruscello e disegna, cercando di dare un freno al soqquadro inarrestabile delle parole da cui è travolta, con la delicatezza del tocco di matita che coglie le increspature della natura.

Teatro e finzione nel cinema di Hong Sang-soo
Il teatro è finzione preordinata, la vita è caos imprevedibile. Sentimenti e relazioni vengono vissuti quasi come in una pièce, con trame macchinose, segreti, equivoci, che travalicano il vincolo dell'età : l'autore allontanato e le studentesse sono nel pieno dei sentimenti impetuosi della giovinezza, Sieon e la supervisora di sua nipote hanno la consapevolezza dell'età e delle esperienze relazionali già maturate, e nel mezzo c'è Jeonim con i suoi quarant'anni e la sensazione di non sapere da che parte stare. Jeonim è un'osservatrice tanto quanto noi: dopo avere messo in moto gli eventi invitando suo zio, non ha più il controllo di nulla ma assume un punto di vista più da spettatrice teatrale che cinematografica, vicina al palco senza poterci salire. Come lei, manteniamo distanza dagli eventi con curiosità , pudore, e persino una certa ammirazione per chi nella vita crea e agisce; ma Hong ci spinge a provare ancor più affetto per lei, che ha il compito (generalmente meno valutato) di notare, annotare, riflettere.


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Genere:Â commedia, drammatico
Titolo originale:Â Suyoocheon
Paese, anno:Â Corea del Sud, 2024
Regia:Â Hong Sangsoo
Sceneggiatura:Â Hong Sangsoo
Fotografia:Â Hong Sangsoo
Montaggio:Â Hong Sangsoo
Interpreti: Cho Yunhee, Kim Minhee, Kwon Haehyo
Colonna sonora:Â Hong Sangsoo
Produzione:Â Jeonwonsa Film
Durata:Â 111'
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