Che il modo migliore per attirare al cinema il pubblico di tutte le età sia quello di scegliere un attore di successo come Jim Carrey, era già stato appurato nei lontani anni ’90 quando tra The Mask e Ace Ventura, il cinema americano navigava sulla cresta dell’onda con record di incassi e di consensi. Il tempo è passato e il comico e irriverente attore canadese si è rivelato un istrionico professionista anche nel campo drammatico grazie a Se mi lasci ti cancello e Number 23 e in quello dell’animazione con Il Grinch e il recente A Christmas Carol. La 20th Century Fox, forte della presenza di Carrey e di un regista come Mark Waters (che vanta alle spalle commedie di successo come La rivolta delle Ex, Mean Girls e Se solo fosse vero, ha aggiunto al pacchetto un gruppo di sei simpaticissimi pinguini, spesso sostituiti da riusciti modellini in CGI. Thomas Popper è un uomo in carriera talmente preoccupato di ottenere la promozione da aver mandato a rotoli il suo matrimonio e l’affetto dei suoi figli. Con la morte del padre, l’uomo riceve in eredità un pinguino – cui, per errore ne seguiranno altri cinque - da allevare in un lussuoso appartamento al centro di Manhattan. Impensabile per un uomo freddo e distaccato ammettere che la vitalità dei sei non volatili possa allietare le sue noiose giornate e riaccendere l’amore per (e dei) suoi figli in piena crisi adolescenziale. Ma, come dice il detto, “meglio tardi che mai”: e così, non appena Thomas (ri)scopre l’importanza degli affetti, farà di tutto per mantenere unita la sua (nuova) famiglia allargata, in un posto o l’altro del mondo. Sebbene I pinguini di Mister Popper sia una commedia prettamente rivolta ad un pubblico giovane, non mancano spunti interessanti per allietare anche gli spettatori più maturi. La storia, purtroppo, è piuttosto comune, una sorta di spaccato quotidiano sulla tipica situazione di una famiglia moderna. Mentre i figli vorrebbero che i genitori capissero le loro esigenze e ne condividessero i sogni, i capifamiglia sono sempre troppo presi dal lavoro e dalla necessità di mantenere il nucleo familiare. A dare un po’ di pepe alla vicenda, allora, ci pensa la caratterizzazione dei sei pinguini, uno diverso dall’altro, ognuno simpatico e affettuoso a modo suo. Impossibile, dunque, rimanere indifferenti davanti all’involontaria tenerezza dei cuccioli polari trapiantati nella caotica e lussuosa Manhattan dei nostri giorni. In un primo momento, Jim Carrey sembra quasi trattenuto, dovendo interpretare la parte di un uomo professionale e di successo. Non appena lo spettatore inizia ad ambientarsi, però, eccolo scatenarsi nelle moine e nelle smorfie che lo contraddistinguono e che tanto divertono il pubblico in sala. In parte anche Carla Gugino, i due giovani interpreti principali e la famosa Jessica Fletcher. Mark Water non delude le aspettative e confeziona una nuova commedia divertente e spiritosa che intrattiene piacevolmente il pubblico e lo delizia con gag (a dispetto dei suoi protagonisti polari) scoppiettanti. 20th Century Fox, strikes again!