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La notte del giudizio - Election Year

17/07/2016 10:00

Riccardo Tanco

Recensione Film, Film Azione, Film Horror, notte del giudizio,

La notte del giudizio - Election Year

La Notte dello Sfogo, dove per dodici ore ogni crimine è permesso, è ancora in vigore negli Stati Uniti, mentre la coraggiosa senatrice Charlie Roan (Elizabeth

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La Notte dello Sfogo, dove per dodici ore ogni crimine è permesso, è ancora in vigore negli Stati Uniti, mentre la coraggiosa senatrice Charlie Roan (Elizabeth Mitchell) tenta di vincere le prossime elezioni politiche puntando proprio sull'abolizione di tale pratica. Assieme alla guardia del corpo Leo Barnes (Frank Grillo), la politica cerca di sfuggire a chi la vuole morta, mentre l'ennesima notte di orrore e sangue sta per compiersi.


A due anni di distanza dal secondo episodio Anarchia – La notte del giudizio, torna al cinema la serie iniziata nel 2013 con il film La notte del giudizio. Il terzo capitolo della saga, La notte del giudizio – Election Year è ancora diretto dal regista James DeMonaco, già dietro la macchina da presa nei due precedenti film. Dopo aver iniziato con una commistione tra l'home invasion e il thriller nel primo film, con Anarchia – La notte del giudizio si è provato a ristabilire il contatto con un'opera di genere puro che spaziava dalla fantapolitica all'action distopico. Questo terzo episodio riprende la via del suo predecessore, in toni e possibilità di racconto. In un'America futura vige ancora la cosiddetta Notte dello Sfogo dove, fino alla mattina dopo, ogni crimine - incluso l'omicidio - è permesso. Ma nell'anno delle elezioni politiche una senatrice tenta di abolirla...se dovesse vincere.


DeMonaco spinge in maniera ancora più evidente sul lato politico delle proprie Notti del giudizio, non facendosi mancare riferimenti al presente e all'attualità più stretta (le elezioni politiche al centro del film sono un parossismo di quelle vere?) e gira un action thriller, un'opera di fantascienza sociale, che pare guardare parecchio al Carpenter di 1997: Fuga da New York con certe influenze del Walter Hill de I guerrieri della notte. Se la sceneggiatura ricalca in modo quasi troppo simile gli sviluppi del secondo film ricordandone meccanismi e svolte, DeMonaco garantisce un discreto mestiere nelle logiche di spettacolo (seppure di grana grossa) nonostante il film sia sorretto da una prima parte ben più vivace di un secondo atto che perde colpi. Ma tolto il velo fieramente B-Movies, già tratto distintivo dei due capitoli precedenti, La notte del giudizio -Electon Year pare soffrire delle stesse problematiche insite alla serie fin dal principio: tutto diventa una metafora politico e sociale e un'accusa talmente evidente da perdere efficacia, come la rappresentazione della Notte dello Sfogo come ripulitura barbara per i meno abbienti o le minoranze. Manca una capacità di lettura e di analisi del cinema di genere, ma anche sanamente politico, e il risultato si trasforma in qualcosa di grossolano. La riflessione, tendenzialmente potente, nel rappresentare l'America intrisa di violenza, odio e fanatismo non colpisce come dovrebbe, facendo oscillare il film tra le pieghe di un prodotto di mediocre fattura.


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