Il documentario di Margy Kinmonth porta sul grande schermo le avanguardie russe e la loro importanza attraverso testimonianze degli esperti e dei discendenti degli artisti che ne fecero parte. Celebrate da Lenin e denigrata da Stalin, che vorrà per la propaganda un ritorno al figurativo, queste tendenze negavano il figurativo classico e le accademie, per creare una nuova forma di arte mai vista prima, in gran parte popolare, che sfociò poi nel cubismo e nell'astrattismo. Con la presa del Palazzo d'Inverno del 1917, la Russia apre un nuovo capitolo della sua storia. Gli Zar non sono più i possessori del potere, ma è il popolo a decidere. È in questo periodo che l'arte russa ha la sua epifania e diventa un esempio per l'arte globale. Artisti come Malevic, Kandinskij, Chagall, Rodchenko, Tatlin inventano un nuovo di vedere il mondo: non più rappresentare la realtà , ma rappresentare le idee. Malevic, con il suo suprematismo, è a capo di questa rivoluzione intellettuale che creerà un profondo divario tra l'arte classica e contemporanea: un rifiuto del figuratismo che getta le basi per qualcosa di nuovo, di più puro ed essenziale, ma non meno bello ed emozionante. Con il suo Quadrato Nero, Malevic farà la storia. Ma non solo l'arte da cavalletto, ma anche il teatro e il cinema avranno una nuova visione del mondo. E se con Ottobre di Sergei Ejzenstejn, il cinema non sarà più lo stesso anche i pittori partecipano a questa visione totale della creazione. Ma con l'avvento di Stalin, l'avanguardia di Malevic e Kandinskij raggiunge il declino: riportando in auge l'arte classica e le accademie, Stalin imprigiona gli artisti "dissidenti", gli stessi che dedicarono la propria vita al partito. Tra interviste esclusive a storici dell'arte e curatori, come il direttore dell'Ermitage di San Pietroburgo Mikhail Piotrovsky o la direttrice della Galleria Tret'jakov di Mosca Zelfira Tregulova, Revolution - La Nuova Arte per un Mondo Nuovo cerca di fare il punto sulla situazione delle avanguardie, sulla loro importanza nella Rivoluzione e della genialità degli artisti che ne facevano parte. Il documentario risulta un interessante excursus. Per lo più didattico, è un film consigliato sicuramente per la visione in scuole. Per chi ne sa un po' di più, è abbastanza superficiale: la ricerca s'incentra per lo più sul contesto, dando qualche accenno qua e là sugli artistisenza però mi approfondire davvero le loro vite e storie. Anche la conquista della parità di genere viene accennata, senza un vero approfondimento. Le nozioni sono quelle che tutti potremo ritrovare sui libri di testo e che magari ricordiamo vagamente dalle lezioni sui banchi di scuola. Sicuramente utile per un piccolo ripasso, ma nulla di nuovo che valga la pena segnalare.