Nel 2007, sfruttando la scia del successo che i film musicali stavano gloriosamente calcando, il cinema statunitense ha proposto una variante del tema con il film Stepping – Dalla strada al palcoscenico che sostituiva alle coreografie hip hop dei sobborghi di Manhattan il collegiale stepping. Chiamato anche step-dancing è un particolare tipo di danza basato sulle percussioni, in cui l’intero corpo umano è usato come se fosse uno strumento musicale, capace di creare un complesso ritmo attraverso l’uso di passi, parole e battiti di mani. L’esperimento, pur non raggiungendo altissimi traguardi, è riuscito a non passare inosservato e ha addirittura lanciato quella che oggi è una giovane stella della musica come Ne-Yo. Perché allora non provare a creare un sequel? Questa volta tocca al giovane Chance Harris (Collins Pennie) tentare la scalata del successo. È un giovane ragazzo che cerca di conciliare studio, lavoro e famiglia con la sua grandissima passione per la danza, per la quale è disposto a tutto. È il weekend del raduno alla Truth University: le migliori squadre di stepping della Nazione convergeranno al campus per partecipare allo “Step Off”, la più grande gara di genere. Peccato che dopo una scommessa persa con dei brutti ceffi e il ritorno di un’insistente ex ragazza, le cose per Chance non si mettano nel migliore dei modi… E se vogliamo dirla tutta non lo fanno nemmeno per lo spettatore che, viziato dalle coreografie spettacolari e perfettamente dirette dei film sulla danza usciti negli ultimi anni (Step up 3D, Fame - Saranno Famosi), si ritrova improvvisamente catapultato in un ambiente pericolosamente smorto. Rob Hardy cerca di inserire all’interno della sua pellicola il maggior numero possibile di drammi, convinto forse che la quantità di storie incrementi la qualità delle stesse, senza preoccuparsi di approfondire maggiormente i drammi dei suoi personaggi. Lo spessore dello script è una caratteristica normalmente carente nei film sulla danza che via via hanno puntato sempre più sulla spettacolarità delle esibizioni. A Stepping 2, purtroppo, manca anche questo particolare e le vicende di Chance si trascinano faticosamente verso un mai indiscusso finale. Privato di un’accattivante colonna sonora, di una patinata fotografia e di personaggi mediaticamente incisivi, il film si perde su se stesso senza mai convincere ed emozionare e facendo scemare anche la curiosità che una disciplina così inusuale come lo stepping può instillare nel pubblico italiano. Uscito solo in dvd, Stepping 2 è consigliato solo a veri appassionati di questo genere di danza, che troveranno qualche piccola performance interessante e stimolante.