Quattro film per tastare con mano e occhi uno dei basamenti sui quali si regge il cinema dell’orrore, quello targato Universal, da sempre marchio di fabbrica e garanzia di qualità nel genere. Un tuffo nel cinema di una volta, fatto di illusioni, giochi di luce e makeup artigianali. Dal gioiello dimenticato che risponde al nome de Il Lupo Mannaro di Londra (prima operazione nella storia della settima arte ad introdurre la figura dell’uomo lupo) fino al flop giallo/mistery rappresentato da La Donna Lupo di Londra. In mezzo, naturalmente, le due pellicole che hanno fatto la storia di quest’archetipo della paura: L'Uomo Lupo e Frankenstein contro l'uomo lupo, entrambe interpretate da Lon Chaney Junior, supervisionate (la prima da regista, la seconda da produttore) da George Waggner e sceneggiate da Curt Siodmak. Tutto questo è L’Uomo Lupo Legacy Collection, raccolta distribuita da Universal Home Entertainment.
Film si, ma soprattutto il commento al film con il critico Tom Weaver, uno dei massimi conoscitori del cinema horror ed in particolare dei classici Universal; l'archivio di The Wolf Man, una sequenza fotografica che raccoglie le migliori istantane della saga e un imperdibile documentario di 33 minuti: quel Monster by Moonlight introdotto da John Landis (assieme a Joe Dante l’autore maggiormente in debito per buona parte delle sue fortune registiche nei confronti della tradizione delle zanne affilate) e arricchito dall’illuminate intervista a Curt Siodmak, praticamente il deus ex machina della tematica in questione. Un viaggio nella Hollywood dei generi, la stessa macchina che sdoganò le maschere dell’orrore soltanto dopo averne testato il ritorno al botteghino attraverso il successo di Frankenstein (il guadagno prima di tutto) e che affidò la costruzione di un mito di celluloide ad una penna capace di rintracciarne le radici nel folklore dei freak vittoriani.
Il tutto amalgamato ad una serie di imperdibili aneddoti che vanno dall’origine “nazista” della stella a cinque punte presente ne L'Uomo Lupo (l’ebreo Siodmak fuggì dalla natia Germania agli albori del terzo Reich), agli echi medioevali richiamati dalle orchestre incaricate della colonna sonora. Partiture musicali quest’ultime, che strizzavano l’occhio al tritono, pausa “pentagrammatica” utilizzata per sottolineare la presenza del maligno. Storie, suoni e volti: quello lanciato verso il successo del figlio d’arte Lon Chaney Jr. e il declinante contro altare rappresentato da Bela Lugosi, gloria oramai vecchia destinata al ruolo di comprimario. Poche pose ne L'Uomo Lupo prima, la fatalista beffa in Frankenstein contro l'uomo lupo poi; dove all’attore ungherese venne proposto di indossare la stessa maschera del mostro rifiutata a vantaggio di Boris Karloff per il cult di James Whale. Tutto praticamente perfetto, tranne un particolare difficilmente non evidenziabile: l’omissione dalla raccolta de Il Cervello di Frankenstein, esilarante virata (auto)ironica del 1948. Una dimenticanza da matita rossa: per comprendere a pieno cosa è stata e cosa ha rappresentato per l’horror e le sue possibili derive la Universal, c’è bisogno anche della rilettura di Charles T. Barton.
I FILM CONTENUTI NEL COFANETTO
- L'Uomo Lupo (1941), versione prima uscita.
Larry Talbot fa ritorno nella cittadina natale all’indomani della dipartita del fratello maggiore: l’esperienza di vita figlia della grande metropoli pronta ad essere messa al servizio dell’azienda di famiglia. Farà le drammatiche spese del suo ritorno alle origini venendo contagiato dal morso di un lupo mannaro.
- Frankenstein contro l'Uomo Lupo (1943), versione prima uscita. Due tombaroli profanano la tomba della vittima di un lupo mannaro, ma il cadavere si risveglia affamato e, dopo aver fatto una strage, parte alla ricerca del dottor Frankenstein.
- Il lupo mannaro di Londra (1935), versione prima uscita.
Un celebre botanico inglese parte alla volta del Tibet alla ricerca della mariphasa lupina lumina, raro fiore che possiede l’insolita caratteristica di sbocciare solo se esposto alla luce lunare. Il morso di un licantropo durante le ricerche lo trasformerà in un lupo mannaro.
- La Donna Lupo di Londra (1946), versione prima uscita. Una giovane donna è l'autrice di una serie di efferati crimini che avvengono nel parco di Londra. Il suo promesso sposo intuisce qualcosa e tenta in tutti i modi di aiutarla. Ma entrambi devono fare i conti con la zia, la quale tenta di rinchiudere la nipote, affetta da licantropia, per ereditare la fortuna di famiglia.