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Notte Horror Story: classici e cult tra Sam Raimi, David Cronenberg e Peter Jackson

30/07/2018 08:27

Marco Filipazzi

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Notte Horror Story: classici e cult tra Sam Raimi, David Cronenberg e Peter Jackson

Nella programmazione di Notte Horror film che hanno fatto la storia del cinema horror: una panoramica dei nostri preferiti

Nella programmazione di Notte Horror film che hanno fatto la storia del cinema horror: una panoramica dei nostri preferiti

Quando si parla classici e cult-movies focalizzare l’attenzione sul solo genere horror non restringe per nulla il campo. Questo perché l’orrore e la paura sono sentimenti primordiali e intrinsechi del genere umano: da quando il cinema esiste infatti, esiste anche il genere horror. Le manoir du diable di Georges Méliès è considerato il primo film dell’orrore mai realizzato e risale al 1896, il medesimo anno in cui i fratelli Lumière proiettarono L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat.

 

In un genere che esiste su celluloide da 122 anni non è facile individuare quali film possono definirsi classici e quali cult, ma restringendo la scelta ai titoli programmati nel corso delle varie edizioni di Notte Horror ci proveremo.

Quali sono i classici di Notte Horror

 

Si definisce “classico” una pellicola che al momento della sua uscita ha saputo rivoluzionare il genere, instillando in esso nuova linfa. Un film diventa classico con il passare del tempo, quando viene preso a esempio da altri e le sue scene vengono citate, omaggiate, replicate o addirittura dissezionate inquadratura per inquadratura nel tentativo di svelarne la magica alchimia che le impregna.

 

A modo loro anche le saghe horror di cui abbiamo già parlato possono ritenersi classici, quantomeno i loro primi capitoli. I mostri che le popolano sono diventati negli anni fenomeni della cultura pop: in quanti conoscono Freddy Krueger pur non avendo mai visto Nightmare – Dal profondo della notte? Oppure, quanto deve un qualsiasi slasher degli ultimi 40 anni a Non aprite quella porta?

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Tra i classici di Notte Horror vi è indubbiamente il dittico de La Casa di Sam Raimi. Questi due film (il primo del 1981, il secondo del 1987) mixano, in misure diverse, gli stilemi del genere slasher con un’abbondante dose di comicità – che nel secondo episodio si spinge al limite del caricaturale grazie all’interpretazione di Bruce Campbell – e una forte componente splatter. Dopo di essi il binomio horror/risate si fece molto più frequente al cinema.

 

Sempre nel corso della prima edizione va in onda anche L’ululato di Joe Dante: il film esce nel 1981, una manciata di mesi prima di Un lupo mannaro americano a Londra, soffiando alla pellicola di John Landis il primato di trasformazione di un uomo in un licantropo mostrata sullo schermo senza stacchi coprenti.

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Per completare il trittico di classici datati 1981 vi è Scanners di David Cronenberg. La pellicola consacra il regista canadese a livello internazionale e inaugura un nuovo sottogenere, il body-horror: film che raccontano di mutazioni e disfacimenti sia a livello fisico che a livello mentale. Nel corso degli anni Notte Horror ha trasmesso l’intera trilogia di Scanners più i sequel apocrifi.

 

Parlando di classici è impossibile non citare il Master of Horror John Carpenter, che a più riprese ha scosso le fondamenta stesse del genere. Tre sono i suoi titoli seminali andati in onda su Italia 1, ovvero i capitoli che compongono la Trilogia dell’Apocalisse. La cosa, storia di un gruppo di ricercatori che entrano in contatto con una forma di vita aliena in grado di assumere qualsiasi aspetto.

 

Il signore del male, film che Carpenter ha sceneggiato di persona: un misterioso cilindro contenente uno liquido oleoso (in realtà l’Anticristo) viene ritrovato nei sotterranei di una chiesa nel cuore di Los Angeles. Il seme della follia, considerato da molti il capolavoro del regista, che nasce come omaggio a un altro pilastro dell’horror: lo scrittore Howard Phillips Lovecraft.

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Dan O'Bannon, Peter Jackson: i cult

Se i classici sono difficili da individuare, i cult-movies lo sono ancor di più. Non tanto per la definizione accademica - film che godono di successo presso la critica e il pubblico di appassionati - quanto perché ognuno di noi ha i propri, intoccabili cult personali. Moltissime sono state le pellicole cult trasmesse in 20 anni di Notte Horror, ma 3 in particolare si ergono sopra le altre.

 

Il ritorno dei morti viventi, esordio alla regia di Dan O’Bannon (quello che ha scritto Alien). Tratto dall’omonimo romanzo di John A. Russo, già co-sceneggiatore insieme a George A. Romero proprio de La notte dei morti viventi, il film ne è una rivisitazione in chiave trash/ironica, dove ogni personaggio è iper-caratterizzato e sopra le righe. Folle, divertente e molto punk! Si tratta di un cult perché è il primo film che riesce a ironizzare sugli zombie senza però mancare di rispetto alla loro mitologia. Ed è anche il primo film in cui si afferma che i morti viventi bramano cervelli umani da mangiare.

Splatters – Gli schizzacervelli: mai titolo italiano fu più azzeccato, dato che nel corso della produzione vennero utilizzati 500 litri di sangue finto. Terzo film diretto da Peter Jackson, che chiude la prima fase della sua filmografia caratterizzata da un mix di horror, splatter e ironia a tratti demenziale, è la storia di una scimmia-ratto, catturata sull’Isola del Teschio e portata allo zoo di Wellington, il cui morso trasforma le persone in zombie affamati di carne umana. Cult perché unisce sangue e risate e perché… ci sono più punti in comune con i film de Il Signore degli Anelli di quanto si possa immaginare.

Cabal, secondo film che vede Clive Barker dietro la macchina da presa. Forte del successo ottenuto con Hellraiser, lo scrittore inglese decide di adattare un altro suo romanzo, alzando le ambizioni: la storia di Midian, città sotterranea popolata da mostri. La produzione del film è però molto travagliata e ciò che giunge sullo schermo è il risultato di un pesante cut da parte della produzione, che espropriò il progetto dalle mani di Barker. Cult perché si tratta di un vero e proprio freak-show, trionfo (ed epitaffio dato che stava per avventarsi l’era digitale) del make-up e degli effetti speciali prostetici.

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