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Il Trono di Spade, la recensione della stagione 8 (2019): ecco come finisce un'era

24/05/2019 11:00

Samantha Ruboni

Recensione Serie TV, Game of Thrones,

Il Trono di Spade, la recensione della stagione 8 (2019): ecco come finisce un'era

Con la prèmiere, mandata in onda il 15 aprile 2019, HBO ha dato l'avvio all'ottava e ultima stagione di Game of Thrones

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Con la prèmiere, mandata in onda il 15 aprile 2019, HBO ha dato l'avvio all'ottava e ultima stagione di Game of Thrones.


Sei episodi, di diversa durata, dai 55 minuti del primo episodio Winterfell agli 81 minuti di The Long Night, con al timone il duo David Benioff e D.B. Weiss. Questa ottava stagione è stata la più criticata di tutta la serie. I fan, la stampa: tutti hanno avuto di che ridire, fino ad arrivare a una petizione del pubblico, che ha domandato agli sceneggiatori di riscrivere l’intera season 8 da capo.


Di lacune ce ne sono molte, va ammesso, soprattutto dovute alla velocità con cui le sei – lunghe, ma non abbastanza - puntate hanno condotto alla fine dello show. La carne al fuoco era molta e il tempo poco, troppo poco forse per sviluppare al meglio le evoluzioni che i fan attendevano dal 2011 e che vengono risolte in questa stagione spesso superficialmente. La battaglia contro gli Estranei, la Long Night, che attendiamo dal primo minuto del pilot, si è risolta frettolosamente in una sola puntata. Lo sviluppo di alcuni personaggi principali è leggermente abbandonato a se stesso. Ma resta sempre Game of Thrones quello di cui stiamo parlando: le sorprese e l’emozione non mancano neanche nella stagione finale.


Let it be fear, then


Daenerys Targaryen è stato uno dei personaggi più amati di tutta la serie. Ma questa stagione, sin dalle prime puntate, getta un'ombra inquietante sul suo destino. Già nella season 7 - col senno di poi… fin dal principio! - abbiamo visto qualcosa che non quadrava in Dany: tanti piccoli episodi che, messi insieme, ci fanno capire come siamo arrivati al punto finale. Un seme di ossessione, di follia che la bravura degli sceneggiatori coltiva sino all’epilogo – triste, epico – dello show.


Ricordiamoci anche che siamo in Game of Thrones e che qui la linea tra Bene e Male è molto labile, come nella vita reale. I personaggi passano da una parte all'altra senza che ce ne rendiamo conto, facendoci continuamente cambiare opinione sul loro conto. Ma Daenerys, protagonista della serie insieme a Jon Snow, ci ha sempre portato dalla sua parte. Ma se Jon è l’eroe, Dany si è macchiata lungo la sua storia di numerosi crimini (che pure ci sono parsi inferiori a quelli realizzati da Cersei!) in funzione di un solo obiettivo: il Trono di Spade. Ne ha subite molte, anche in quest'ultima stagione: la vediamo abbandonare la sua ragione di vita per seguire Jon e combattere al suo fianco al Nord; la vediamo isolata, a Winterfell, messa da parte in favore del Re del Nord. E infine viene tradita dall’uomo che ama, dai consiglieri. Resta sola, senza più la fedele Missandei e con un solo drago superstite. E, come Maestro Aemon ci aveva insegnato un tempo, non c’è niente di peggio di un Targaryen solo al mondo. Così ecco farsi strada una nuova Daenerys nell’ottava stagione, con nuove emozioni che prendono il sopravvento: la rabbia e la disperazione che sfociano nella follia e nella distruzione dell’episodio 8x05 The Bells. Una follia degna dei Targaryen, un destino segnato quello della Madre dei Draghi.


The pack survives


Gli Stark sono la famiglia più amata dai fan, sono gli integerrimi, coloro che mettono l'onore al primo posto. Riuniti tutti a Winterfell, sono sempre più uniti e la stagione inizia con la certezza che nulla potrà mettersi tra loro. Sansa è uno dei personaggi con la migliore evoluzione. Se la prima stagione ce la presenta come una ragazzina insopportabile e ingenua, questa matura Lady Stark è una donna ferma, a tratti gelida, in grado di governare il suo popolo. Un'evoluzione passata per alcuni dei personaggi più “cattivi” dello show, Ramsey Bolton e Littlefinger, che - come Sansa stessa ammette durante la stagione, in un bellissimo dialogo col Mastino - l'hanno trasformata e resa la più saggia di tutti. Sansa Stark è la vera sopravvissuta.


Arya, invece, nemesi e parte complementare della sorella, è una piccola ninja che si è fatta donna: eroina del Nord, capisce che la vendetta la porterà alla morte e, grazie anche al Mastino, sceglie la vita e la scoperta. Bran, non altrettanto amato dai fan, sembra non faccia niente dall'inizio alla fine, ma in realtà tiene i fili dell’intera stagione. Il Corvo a Tre Occhi sa tutto e fa di tutto per far sì che ciò che ha visto accada, anche sacrificando Theon, che così facendo ha la sua redenzione. I piccoli Stark hanno imparato dal padre Ned e dalla madre Catelyn, ma anche da chi li ha feriti. Sono il branco che sopravvive, i vincitori leali di questo Gioco dei Troni.


The things we do for love


Jamie Lannister è l’altra grande evoluzione della serie. Da villain della prima stagione, attraverso la prigionia e le sofferenze compie un grande percorso di redenzione: deve affrontare i sensi di colpa per i propri crimini e tradimenti, compiuti per l’amore incestuoso della sorella Cersei; deve redimersi, grazie alla relazione complessa con Brienne. E in questa stagione Jaime cerca di redimersi in ogni modo possibile, affrontando il processo a Winterfell, combattendo al fianco del Nord, riconciliandosi con il fratello Tyrion, abbandonandosi tra le braccia di Brienne. Ma non è abbastanza: Cersei è la sua droga e, nonostante tutto sente di essere un uomo malvagio, proprio come lei. Così Jaime sceglie di passare i suoi ultimi attimi tra le braccia dell’amore della sua vita.


Jamie è uno di quei personaggi che abbiamo odiato fino al midollo, ma che poi non possiamo fare altro che amare. Il personaggio più umano, complesso, stratificato. Ed è giusto che sia proprio tra le sue braccia che persino Cersei ci farà scoprire la sua parte più fragile.


What is dead may never die


Il trono di spade è finito. Ma non temete, perché non finisce qui. Lo zio Martin ha ancora in serbo per noi i due libri finali della saga, Winds of Winter e A Dream of Spring. George RR Martin ha dichiarato che per alcuni versi i libri avranno esiti simili alla serie tv, ma le strade saranno diversissime. Avrà a disposizione tremila pagine per raccontare ciò che è stata qualche ora di tv. Di certo Martin ha dichiarato che il finale sarà diverso da quello della serie.


Inoltra HBO ha dichiarato la lavorazione del prequel e altri 2 possibili spin off sono in fase di sviluppo. Di certo non c'è la volontà di fare un sequel, ma di lasciare l'opera Game of Thrones a sé. Della serie prequel, sappiamo che a giugno verrà girato il pilot, che l’ideatrice è Jane Goldman (sceneggiatrice tra gli altri di X-Men - L'inizio e di Kingsman) e che tra gli attori ci sarà anche Naomi Watts. L’ambientazione sarà L'Età degli Eroi, epoca che ha a che fare con la nascita degli Estranei. Che HBO voglia far diventare l'universo di Game of Thrones un franchise, come Marvel e Star Wars?


Comunque la pensiate, Game of Thrones è stato qualcosa di gigante nella storia della tv. Ha cambiato il piccolo schermo come I segreti di Twin Peaks negli anni '90. E se oggi la qualità delle serie tv è altissima, con livelli da produzioni hollywoodiane, è anche grazie a Il Trono di Spade. Un fandom così distribuito e universale non si era mai visto, e nel bene e nel male, l’amore per questo show ci ha unito tutti.


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