Netflix può piacere o meno, ma c'è una cosa che è innegabile: sa come e quando fare i lanci dei suoi prodotti. Basti pensare al trailer di The Cloverfield Paradox, mostrato durante il Super Bowl 2018: un film di cui non sapeva nulla nessuno, rilasciato poi sulla piattaforma streaming a fine partita! Oppure El Camino, film epilogo di Breaking Bad, girato in segreto e poi apparso all'improvviso fomentando orde di fan. L'ultimo caso di "tempismo perfetto" è quello di Da 5 Bloods. Il 25 maggio a Minneapolis un poliziotto soffoca durante l'arresto George Floyd, un uomo black accusato di aver usato una banconota contraffatta da 20 dollari per comprare delle sigarette: l'accaduto (il cui video più che esplicito e sicuramente inequivocabile ha fatto deflagrare i social) ha dato una nuova spinta al mai sopito "divario razziale" che affligge gli USA da sempre.
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Il 27 maggio a Los Angeles si tiene la prima manifestazione in memoria di George Floyd organizzata dal movimento Black Lives Matter, dilagando presto da costa a costa e arrivando in Europa. Il 7 giugno si tengono manifestazioni analoghe a Milano e Roma. Il 12 giugno Da 5 Bloods esce sulla piattaforma streaming. Ora: vi chiederete cosa ha in comune il film con la vicenda di George Floyd. Apparentemente nulla, se non fosse che il film è un joint di Spike Lee, un regista che non ha mai nascosto l’interesse (per usare un eufemismo) per i temi razziali, la critica alla società bianca made-in-USA, la rabbia verso la discriminazione dei neri. BlacKkKlansman, Malcom X, Fa’ la cosa giusta sono solo i primi titoli che vengono in mente.
Eppure la trama di Da 5 Bloods è quanto di più lontano ci possa essere dai ghetti e dai conflitti intestini agli Stati Uniti. Non è nemmeno ambientato negli USA, bensì in Vietnam: parla di quattro commilitoni che ritornano nei luoghi del conflitto, per cercare un forziere pieno di lingotti d’oro - trovato e nascosto durante la guerra - oltre ai resti di un loro fratello perito in uno scontro a fuoco.
Tutto è uno specchio perfettamente deformante, funzionale alla critica sociale così cara al regista.Â
È come se Da 5 Bloods avesse due facce: da una parte quella più d'intrattenimento, raccontata come un film d'avventura in mezzo alla giungla, con un sacco di azione, i buoni, i cattivi e le sparatorie; dall'altra il carico da cento, su quanto sia discriminante essere un nero negli Stati Uniti… nel 2020 come negli anni '70.Â
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Basti pensare che le sequenze che aprono il film sono immagini di repertorio degli scontri razziali tra polizia e manifestati contro la guerra in Vietnam, pressoché identiche a quelle che scorrono nei telegiornali in questi giorni. Era il 1970 ma, ora come allora, nulla è cambiato se non le ragioni dei manifestanti. Si prosegue con una galleria di eroi americani, black, ai quali non è stato riconosciuto il giusto merito; molti sono stati dimenticati, obliati dalla cultura di massa, oscurati da altri eventi storici o politici.
Attraverso i personaggi si riesce quasi a sentire la voce colma di rabbia di Spike Lee, che sputa in faccia al popolo americano tutta la sua più bigotta ipocrisia. In generale Da 5 Bloods non è un film perfetto e non è nemmeno tra i migliori del regista. È lungo (più di due ore e mezza) e prolisso, la narrazione sbavata da alcune sotto-trame che sembrano inconcludenti e personaggi appena abbozzati. Eppure possiede una forza rara, che costringe lo spettatore a riflettere su questo parallelismo, accostando di continuo l'oggi con il passato e facendoci prendere coscienza che in più di cinquant’anni nulla è cambiato. Nulla.Â
Genere: drammatico, guerra
Titolo originale:Â Da 5 Bloods
Paese/Anno:Â USA, 2020
Regia:Â Spike Lee
Sceneggiatura: Danny Bilson, Paul De Meo, Kevin Willmott, Spike Lee
Fotografia:Â Newton Thomas Sigel
Montaggio:Â Adam Gough
Interpreti: Delroy Lindo, Clarke Peters, Norm Lewis e Isiah Whitlock Jr.
Colonna sonora:Â Terence Blanchard
Produzione: Lloyd Levin/Beatriz Levin Productions, 40 Acres & a Mule Filmworks, Rahway Road Productions
Distribuzione:Â Netflix
Durata:Â 154'
Data di uscita: 18/05/2020