Ed ecco che Netflix sgancia un'altra bomba sul fronte in cui è più forte: i documentari. Per la precisione, i documentari di cronaca. Quelli che sbattono in faccia allo spettatore omicidi efferati o gesti spregevoli da parte del genere umano. American Murder - La famiglia della porta accanto è l'ennesimo affresco delle ombre che infestano la nostra società, regalandoci un ritratto allucinante e inaspettato in grado di farci riflettere sul mondo che ci circonda.
Il consiglio, come sempre, è quello di schiacciare il tasto play senza sapere nulla della storia che ci viene raccontata, per aumentare il proprio senso di disagio durante la visione e lo shock nel momento in cui vengono svelati i vari colpi di scena.
Come fa intuire il titolo, il documentario ci racconta la storia di una famiglia da pubblicità del Mulino Bianco, ideali come vicini e perfetti come nucleo famigliare. Madre, padre e due figlie piccole sono lo spaccato ideale per rappresentare il vecchio sogno americano, fatto di famiglie medio-borghesi che vivono in un quartiere idilliaco e che sembrano anni luce distanti da qualsiasi problema. Ma come Desperate Houseviwes ci ha insegnato, è proprio dietro quelle palizzate bianche, quei giardini curati e quelle porte dalle maniglie lucide che si annida il marcio più putrescente. Segreti, tensioni, tradimenti e a volte anche omicidi. I Watts sono proprio così. Una giovane coppia bella e di successo, che hanno due figlie e vivono in sobborgo residenziale a Frederick in Colorado.
Nell'agosto del 2018 la moglie e le due figlie scompaiono. Le forze dell'ordine contattano immediatamente il marito mentre è al lavoro, per avvisarlo della tragedia. Da quel momento sino alla scoperta della terribile verità, sarà una strada molto tortuosa.
La cosa che rende la storia ancor più spaventosa, è il tipo di narrazione che la regista Jenny Popplewell sceglie di adottare. Non un documentario "classico", con voce narrante e interviste a posteriori ai coinvolti nella vicenda, bensì un film in presa diretta della loro vita. Mettendo in ordine materiale video pescato dai social network, dalle telecamere di sorveglianza, da telegiornali, insieme a documentazione della polizia, proveniente dalle ispezioni della casa e dagli interrogatori, quello che vediamo sullo schermo è effettivamente un film. I personaggi però non sono interpretati da attori, bensì sono proprio i protagonisti della vicenda ripresi mentre compiono ciò che ci viene raccontato.
Insomma, American Murder è come un found footage, solo che qui è davvero tutto vero! In più il montaggio, con salti temporali avanti e indietro, a volte fa rivivere la vedere la stessa scena da due punti di vista differenti, dona alla storia una narrazione degna dei migliori thriller. Un po' quello che in parte Netflix aveva già sperimentato con Making a murderer, ma qui portato allo stremo, eliminando qualsiasi interferenza estranea e limitandosi a mostrare i puri fatti allo spettatore.
Il risultato è straniante, oltre che efficace, e porta a chiedersi se questa possa essere un nuovo approccio documentaristico.
Anche se il focus maggiore resta puntato sui social network, dove imperano le apparenze e tutti conoscono gli highlights delle nostre vita, ma dove nessuno riesce andare un minimo in profondità rispetto a questa scintillante superficie. Perché è tra le mura domestiche, lontani da occhi indiscreti, che si consumano le peggiori tragedie.
Genere: documentario
Titolo originale: American Murder: The Family Next Door
Paese/Anno: USA, 2018
Regia: Jenny Popplewell
Sceneggiatura: Jenny Popplewell
Fotografia: Jenny Popplewell
Montaggio: Simon Barker
Colonna sonora: Nainita Desai
Produzione: Knickerbockerglory
Distribuzione: Netflix
Durata: 82'
Data di uscita: 28/09/2020