Il problema di The Human Centipede sono state le aspettative che la grottesca sinossi aveva generato nel pubblico: ci si era immaginati quasi un film della Troma, mentre Tom Six realizzava qualcosa di totalmente diverso.
Per intenderci: il film in Italia non è mai stato distribuito ufficialmente e lo spettatore medio che lo andava a cercare si aspettava qualcosa di farsesco, una commedia splatter magari; quando non trovava nulla di tutto ciò (né la commedia, né lo splatter) lo etichettava sui vari forum e blog come “senza senso”.
Perché, ammettiamolo, uno scienziato pazzo (il tedesco Dieter Laser, che per il ruolo vinse il premio come Miglior Attore all’Austin Fantastic Fest) che vuole cucire insieme tre persone unendo orifizi anali e bocche per creare un unico apparato digerente e dare vita così al centipete umano è oggettivamente una premessa grottesca, che fa pensare a qualcosa di buffo. Il problema è che di divertente The Human Centipede non ha proprio nulla: anzi, tutto viene trattato con una serietà quasi morbosa e sopra le righe.
L’avvio della storia è quello da horror classico, con il Dr. Josef Heiter che rapisce tre ragazzi e li rinchiude nella sua casa/prigione con l’intento di trasformarli in un centipede umano.
La violenza (anche per motivi legati al budget) è lasciata perlopiù sottointesa, e anche il disgusto. Come Eli Roth con Hostel, anche Tom Six lascia tutto all’immaginazione dello spettatore: dallo splatter alle funzioni corporali, colpendolo più a livello psicologico che visivo.
Six si crogiola nel suo sadismo mentre ci mostra le espressioni grottesche, i pianti d’umiliazione soffocati, gli occhi vacui e arresi delle vittime, la loro sofferenza nel trascinare gli arti: al punto che il film diventa una rappresentazione della disperazione umana al suo apice.
In più ci sono una serie di sottotesti non banali e non così evidenti, che potrebbero sfuggire all’occhio meno allenato: il Dr. Heiter è un palese richiamo all’ideologia nazista e ai mad doctor del Terzo Reich che praticavano esperimenti su cavie umane; il nome stesso, Josef, è un rimando al folle Mengele (con cui il personaggio del film condivide anche il fatto di aver operato per anni gemelli siamesi, separandoli alla nascita), mentre il cognome è un gioco di assonanze tra hater e Hitler. Se poi aggiungiamo il fatto che le vittime sono due ragazze americane e un ragazzo giapponese, allora abbiamo una perfetta rilettura della Seconda Guerra Mondiale in salsa Tom Six.
Questo aspetto non va oltre un livello superficiale, ma contribuisce comunque a rendere evidente il secondo tema del film: la difficoltà di comunicazione. Di fatto abbiamo quattro personaggi che parlano tre lingue diverse e, come se non bastasse, due di loro hanno la bocca cucita. In più il dr. Heiter non fa altro che strillare ordini in tedesco, mentre Katsuro (il giapponese alla testa del centipede) lo implora senza riuscire a farsi capire.
In questo senso, SPOILER, il finale (che è una bomba) rappresenta la summa di tale metafora: Katsuro paragona Heiter a Dio e sé stesso a un insetto; ma i due non si capiscono e il ragazzo si taglierà la gola piuttosto che continuare quella vita.
L’epilogo, invece, rafforza il concetto di disperazione: Katsuro si è sgozzato e una delle ragazze è morta a causa di un’infezione; l’unica superstite resta intrappolata tra due cadaveri, cucita a loro senza alcuna possibilità di salvezza. Non può scappare, non può chiedere aiuto, non può bere né nutrirsi... può solo aspettare la propria, inevitabile fine. Il suo sguardo e il pianto soffocato sono disperazione allo stato puro.
Genere: horror, estremo
Titolo originale: The Human Centipede (First Sequence)
Paese, Anno: Paesi Bassi, 2009
Regia: Tom Six
Soggetto: Tom Six
Sceneggiatura: Tom Six
Fotografia: Goof de Koning
Montaggio: Nigel de Hond, Tom Six
Effetti speciali: Alex Jevon, Ryan Lewis
Interpreti: Dieter Laser, Ashley C. Williams,
Ashlynn Yennie, Akihiro Kitamura
Musiche: Patrick Savage, Holeg Spies
Produzione: Six Entertainment
Durata: 92'